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Cronaca Corniglio

L'allarme di Antolini: "Frane e piene, dissesti nell’Appennino parmense"

Il Presidente dell’Ordine dei geologi Emilia-Romagna: "A Corniglio già famosa per la grande frana del 1996, ci sono numerosi dissesti che hanno martoriato le strade”

L’Emilia – Romagna è tra le regioni più a rischio geo – idrogeologico, alluvione. In Emilia–Romagna il dato delle 80.000 frane censite è ormai largamente superato dopo l’alluvione in Romagna  e i suoi Comuni sono largamente interessati da aree a rischio idrogeologico. Le prime piogge autunnali portano, come era prevedibile, le prime polemiche. La panoramica del maltempo non ci fa mancare nulla, dissesti e allagamenti in Friuli, in Liguria, nel Lazio; a Porretta Terme, appennino bolognese, il rio Maggiore ha allagato parte della città, piove molto e in poco tempo e questo cambia decisamente la risposta del nostro reticolo idrografico e le conseguenze sui nostri territori. Oltre all’appennino bolognese si segnalano dissesti nellAappennino parmense, a Corniglio già famosa per la grande frana del 1996, ci sono numerosi dissesti che hanno martoriato le strade”. Lo ha affermato Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna.

“Sicuramente siamo entrati in una fase meteorologica critica, le allerte meteo cominciano a colorarsi di giallo, arancione e rosso e come cittadini dobbiamo prestare la massima attenzione a questi comunicati.

Tantissima pioggia in poco tempo è questo il tema che dobbiamo e dovremo affrontare nei prossimi anni, qualcuno pensa ancora di risolvere il problema con la pulizia totale dei fiumi, che è più o meno simile a curare un raffreddore al posto di una polmonite. 

Guardando le immagini provenienti da Porretta Terme – ha concluso Antolini -  dalla Liguria, dal Friuli, dal resto d’Italia, ci accorgiamo di una cosa, abbiamo costruito tanto, e male, abbiamo tolto spazio ai fiumi, ai torrenti, ai fossi, per costruire di tutto dalle strade agli edifici. Ora ci aspetta un lungo periodo di lavori e di riassetto del territorio, ma anche (e lo spero) di un nuovo rapporto dell’uomo con l’ambiente. Sicuramente la strada è lunga, molto lunga e noi Geologi faremo la nostra parte”.

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