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"Questo non è un libro per vecchi": si parla di letteratura al T-Cafè

Incontro dibattito sul perchè scrivere, i meccanismi del mondo editoriale e il rapporto con l'avanzare della tecnologia e del web, attraverso le esperienze di tre giovani scrittori

"Scrivo perchè da bambina invece di farmi raccontare le favole ero io a inventarle per dirle agli altri". "Scrivo perchè mi piace, senza nessuna grande missione se non quella di sentirmi un essere narrante, che racconta ciò che fa, ciò che sente". "È stato grazie alla lettura di Bukowski che ho capito di voler scrivere". Queste le motivazioni di Alessia Mainardi, autrice della trilogia fantasy "Avelion", Mattia Signorini, vincitore Premio Tropea 2010 con "La sinfonia del tempo breve" e Paolo Roversi, giallista e giornalista, autore di "Charles Bukowski. Scrivo racconti e poi ci metto il sesso per vendere". Tre giovani scrittori riuniti in un incontro dibattito moderato da Caterina Zanirato organizzato da Rotaract club Parma al T-Cafè.

Una finestra per affacciarsi al mondo della scrittura attraverso chi lo fa di mestiere, con un accenno ai meccanismi dell'editoria, attraverso i quali, secondo quanto affermato da Roversi e Signorini, i lettori subiscono inconsciamente scelte pilotate da interessi economici. "Spesso non si bada al fatto che ad alcuni libri viene data una rilevanza ben maggiore rispetto ad altri, a partire dalla disposizione in libreria sino alla visibilità nei giornali, creando l'idea che, se un libro è così tanto pubblicizzato, allora è davvero interessante da leggere, ancor più se ha la faccia di un personaggio televisivo in copertina. Credo però che, prima o poi, i lettori se ne accorgano", afferma Roversi.

L'avvento dei nuovi social network come potenziale pericolo per il futuro dell'editoria, una possibilità, ma nel caso della Mainardi una risorsa in più per farsi conoscere e incrementare lo sviluppo di un genere. Nota per la trilogia "Avelion", ha acquisito maggiore popolarità grazie alla creazione di un sito internet e al passaparola. "Non è facile creare un romanzo fantasy – racconta – , perchè si tratta di dare vita a un intero mondo, immaginare tutto, dall'architettura, alla politica, alle regole civili, sino a cose banali come il modo di mangiare. Purtroppo in Italia è un genere ghettizzato, perchè per logiche editoriali è passata l'idea che si tratti di un genere per ragazzi, che una persona adulta mediamente acculturata certo non leggerebbe. Concetto ben diverso invece nei paesi anglosassoni, dove c'è pieno riconoscimento del genere". Un periodo di cambiamento, quello dettato dall'avanzare del web e della tecnologia, che però secondo Roversi, è da cogliere come un'opportunità, come nel caso degli ebook. "Il web tende a democratizzare tutto, favorendo il passaparola – afferma Roversi – l'unica cosa che i grandi editori non possono comprare".

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