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Cronaca

Polizia Locale, il sindacato: "Meno sicurezza per i cittadini, più lavoro per il Corpo"

Il Sulpl (Sindacato Universitario lavoratori Polizia Locale): "A Parma vogliono far vedere più agenti in strada ma si sono dimenticati della sicurezza urbana"

La Segreteria del SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale) interviene pubblicamente dopo le note stampa del Comando della Polizia Locale di Parma che hanno annunciato una riorganizzazione del Corpo per tornare 'ai compiti tradizionali di istituto'.

 "Nelle battaglie che in questi anni stiamo facendo in tutta Italia da Trieste a Siracusa per la Riforma di Categoria, ci siamo evidentemente persi qualcosa sul fronte delle competenze tradizionali della Polizia Locale, magari in una prossima richiesta di incontro che faremo al Comandante Usai e all’Assessore De Vanna ne chiederemo conto, chissà che non ci siano sfuggite magari le competenze date dalla legge quadro sulla Polizia Locale o dalla Legge Regionale di riferimento. Poco importa che in altre città della nostra Regione ci siano amministrazioni che nel rispettare “compiti tradizionali di istituto” decidano di formare il personale in polizia giudiziaria, edilizia, commerciale, ecc…mentre a Parma si decida con questa nuova riorganizzazione di puntare su uno stravolgimento del concetto regionale di “Polizia di Comunità” per creare reti di “protezione sociale”.

Praticamente a Parma sarà istituita una nuova fondamentale competenza per il Corpo di Polizia Locale, ovvero “l’Agente Sociale”, che dovrà occuparsi dei soli “compiti di istituto” e per il resto, da quanto apprendiamo dalla lettura del comunicato chiamare le forze di polizia statale. Una riorganizzazione importante per il Corpo, che vedrà, a dire dell’Ente, più uomini in strada, ma a nostro parere anche un nuovo sovraccarico di lavoro per le forze di polizia statale. Evidentemente tutto questo non è chiaro al Comune di Parma che ha deciso di riadattare il termine di “Polizia di Comunità” per una riorganizzazione che di fatto farà tornare indietro la Polizia Locale di Parma di almeno 30 anni. Il concetto di Polizia di Comunità introdotto nella legge regionale è esattamente opposto a quello che credono dal Comando di Parma, ma nasce all’interno di un’ottica che vede la Polizia Locale inserita in un sistema integrato in materia di sicurezza urbana che veda gli Agenti e Ufficiali garantire la sicurezza della cittadinanza continuando a svolgere le loro funzioni con la collaborazione di tutti gli Enti e dei cittadini.

A Parma invece si è scelto di andare nel senso opposto, ovvero di escludere la Polizia Locale da questo sistema integrato con il solo scopo di far vedere “più Agenti in strada” (citiamo il comunicato), ma dimenticandosi che tutti i controlli e la risoluzione dei problemi di sicurezza urbana dallo spaccio, a problemi commerciali e/o di polizia edilizia e annonaria, non nascono solo dal far vedere Agenti e Ufficiali che girano con le auto di servizio, ma anche da chi svolge controlli ed accertamenti e controlli di natura “informativa” che possano poi permettere i vari sopralluoghi commerciali, edilizi e di Polizia Giudiziaria. Ora davanti a tutti i fenomeni di insicurezza urbana, con questa riorganizzazione, è ben chiaro che tutto ricadrà sulle spalle delle forze di Polizia statale, che invece di essere coadiuvate saranno ancor più sovraccaricate di competenze, oltre a quelle che già specificamente hanno in termini di Polizia Giudiziaria e Polizia Stradale riguardo al rilievo degli incidenti. In parte su questo tema, duole prendere atto che la Regione Emilia-Romagna non ci ha ascoltato a suo tempo quando come SULPL avevamo ben espresso le nostre perplessità su questo nuovo concetto di Polizia di comunità. Quanto sta succedendo a Parma a distanza di pochi anni ci ha dato ragione.

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