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Cronaca Sorbolo

Sfruttavano e facevano prostituire ragazze straniere in un night di Sorbolo Mezzani: due arresti

Il gestore del 'Super Club' e un suo stretto collaboratore sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di sfruttamento della prostituzione: il locale è stato sequestrato

Sfruttavano giovani ragazze russe, rumene e nigeriane e le facevano prostituire all'interno di un locale notturno di Sorbolo Mezzani, chiedendo il pagamento - da parte dei clienti che frequentavano i privè del night club - un corrispettivo in denaro per l'utilizzo degli spazi. Due italiani, residenti a Reggio Emilia, le cui iniziali sono  B.G. e P.M. sono stati arrestati dai carabinieri di Parma nella giornata di martedì 6 ottobre, che hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari per il reato di sfruttamento della prostitutuzione. 

Il locale, che denominato Super Club - prima si chiamava Lulu - ed è gestito dall'associazione Giotto, secondo l'accusa era stato adibito dai due uomini - il referente principale del locale che si occupava dei dipendenti, delle ragazze e dei clienti e da un suo collaboratore - a luogo di prostituzione. Le indagini sono partite all'inizio del 2019: una ragazza di origine rumena, che si prostituiva all'interno del locale, si era rivolta ai carabinieri di Salsomaggiore Terme, chiedendo aiuto.

Da quel momento i militari hanno effettuato alcuni accertamenti, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Parma: utilizzando intercettazioni, appostamenti e testimonianza i carabinieri sono riusciti a verificare che all'interno del locale alcune ragazze - russe, nigeriane e rumene - si prostituivano. I clienti pagavano sia i gestori del locale - in particolare i due uomini arrestati - sia le ragazze.

Durante un blitz all'interno del night i militari avevano sorpreso una ragazza ed un cliente mentre consumavano un rapporto sessuale. B.G., ritenuto il gestore effettivo del locale ed il referente principale delle ragazze e dei clienti è stato messo agli arresti domiciliari, così come un suo stretto collaboratore P.M. Il locale è stato sequestrato per impedire la commissione di altri reati. Nella stessa indagine sono indagati in stato di libertà anche il proprietario del locale e la convivente del gestore

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