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Lunedì, 29 Aprile 2024
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«Frane e dissesto idrogeologico: ecco come prevenire»

Nell’area montana e pedemontana della regione Emilia-Romagna sono state censite 80mila frane tra attive e recenti

Nell’area montana e pedemontana della regione Emilia-Romagna sono state censite 80mila frane tra attive e recenti. La costante attività di manutenzione e prevenzione si è fatta sempre più incessante quanto necessaria portando ad una azione comune, integrata e semplificata, rispetto al passato, le stesse amministrazioni pubbliche ed enti operativi come i consorzi di bonifica che tengono costante il presidio nelle Terre Alte. Gli interventi progettati e realizzati sono ogni anno molteplici, di diversa natura e tecnica applicata, ma con il comune denominatore della salvaguardia e dello sviluppo del comprensorio come precondizione per mantenere l’opportunità di difendere l’economia locale e la qualità ambientale. Proprio alla luce di questi bisogni della zona Appenninica che il Consorzio della Bonifica Parmense, in occasione del Centenario della moderna Bonifica che si celebra quest’anno, ha organizzato – di concerto con l’Università di Parma, l’Ordine degli Ingegneri di Parma e ANBI e con il sostegno della Regione Emilia Romagna – un focus di approfondimento sul tema in grado di presentare non solo le attività svolte in queste aree , ma al contempo, alla presenza dell’Assessore Regionale all’Ambiente difesa del suolo e della costa, Protezione civile Irene Priolo e del Presidente Nazionale di ANBI Francesco Vincenzi, una serie case history modello grazie ai quali poter incrementare il livello della mitigazione e la qualità della sicurezza.

“Il centenario della bonifica moderna ricorre in quello che può considerarsi ‘l’anno zero’ per il mondo consortile, poiché ricco di sfide da affrontare e vincere insieme – sottolinea la presidente della Bonifica Parmense, Francesca Mantelli. Sappiamo che possiamo farcela, la Bonifica moderna è operativa e dinamica in numerosi ambiti: agricolo, ambientale, sociale, economico. Il territorio montano del Parmense rappresenta i due terzi dell’intera provincia: un areale vasto che merita attenzione e sul quale verte l’importante focus di oggi”. “L’Emilia-Romagna è una delle regioni più fragili d’Italia, abbiamo censito più di 80 mila frane, di cui il 30% sono proprio qui, nel Parmense – evidenzia Irene Priolo, assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna – e dunque il momento di oggi è molto importante per affrontare in modo innovativo queste criticità, insieme alla collaborazione con ANBI e i Consorzi di bonifica che, per noi, sono partner fondamentali nella lotta alle criticità geomorfologiche”. “Nell’epoca del climate change l’apporto e il lavoro dei Consorzi di bonifica è capillare – ribadisce Francesco Vincenzi, presidente nazionale di ANBI – perché quando la montagna è correttamente gestita diventa un’opportunità anche per la pianura: infatti le diverse piovosità che si verificano sui territori a causa dei mutamenti climatici, se gestite al meglio, possono consentire ai territori di valle di beneficiare di quella risorsa idrica indispensabile all’irrigazione che, in tempi di scarsità idrica è più che mai preziosa per le nostre colture”.

Intanto il Consorzio della Bonifica Parmense potrà intervenire, oltre che sui propri 350 chilometri di strade di bonifica afferenti ai territori di 24 comuni montani e dislocati lungo le 4 macro-aree del distretto collinare montano della provincia di Parma da oggi, anche su alcuni tratti delle strade comunali e vicinali: il riferimento è a quei tratti viari interclusi tra due strade di bonifica o costituenti la naturale prosecuzione di una strada di bonifica; ciò al fine di incrementare la sicurezza nei territori, intensificare il contrasto ai fenomeni da dissesto idrogeologico e consentire ai cittadini e consorziati che abitano la montagna una maggiore tutela di comunità. La convenzione, è stata stipulata dal Consorzio su richiesta delle Amministrazioni comunali per realizzare interventi sempre più razionali nell’interesse della collettività. La rete di viabilità di bonifica risulta ancora oggi strategica per l’economia montana, in quanto alcune strade fungono da collegamento intervallivo, mentre altre collegano alcune località ubicate in zone isolate e impervie con la rete stradale comunale. Considerato che tali strade “cosiddette di bonifica” vengono pertanto utilizzate dai cittadini quotidianamente e similmente alle strade comunali e vicinali e in molti casi riguardano la parte terminale o l’inizio di una strada comunale, si è in pratica basata la convenzione sull’interesse comune a mantenerne la relativa viabilità efficiente. Gli oltre 350 chilometri di strade consortili sono ubicate nei territori dei Comuni di: Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Borgo Val di Taro, Bore, Calestano, Compiano, Corniglio, Felino, Fornovo di Taro, Langhirano, Lesignano de’ Bagni, Medesano, Neviano degli Arduini, Pellegrino Parmense, Sala Baganza, Solignano, Terenzo, Tizzano Val Parma, Tornolo, Valmozzola, Varano de’ Melegari, Varsi.

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