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Donne, Paci contro Bonetti: "Stai smantellando la rete che avevo costruito"

L'ex assessora alle Pari Opportunità risponde alla polemiche sulla sede alla Casa delle Donne

Nicoletta Paci, ex assessora alle Pari Opportunità del Comune di Parma, interviene in merito alle politiche per l'assegnazione della sede alla Casa delle Donne. Dopo la pubblicazione dell'intervento dell'attuale assessora Caterina Bonetti - che rivendicava un percorso sulle questioni di genere e le politiche per la comunità Lgbtqui+ - Nicoletta Paci posizione: "Oltre a non assegnare una sede, non hai fatto nemmeno tutto il resto".

"Mi spiace dover precisare alcuni passaggi della tua risposta all’intervento della Casa delle donne - sottolinea Nicoletta Paci - quello che dici non corrisponde al vero. È vero che le politiche di Pari Opportunità non passano solo dall’assegnazione di una sede ma tu, oltre a non dare loro una sede, non fai nemmeno tutto il resto. 

Infatti, tutto quello che tu citi come sostegno alla Casa e in generale alle associazioni al femminile discende ancora da attività e scelte fatte da me durante i miei due mandati come assessora alle Pari Opportunità. Per il Festival Resister io avevo stanziato un contributo generoso ritenendolo un progetto molto interessante per la città, quest’anno invece tu non lo hai sostenuto minimamente. Tutte le iniziative del 25 novembre e 8 marzo sono state organizzate autonomamente (ed economicamente) dalle associazioni al femminile che tu hai solo raccolto in un calendario comune.

Anche il contributo alla Casa delle donne, di cui parli, è stato dato da me con una convenzione triennale che non so se tu vorrai rinnovare alla scadenza. Di sicuro, quello che hai fatto, insieme agli altri membri della Giunta attuale, è bloccare l’iter di una assegnazione che era già formalizzata da vari atti amministrativi. Purtroppo, quello che vedo è solo lo smantellamento di una rete che avevo costruito negli anni, sia al femminile che con le associazioni LGBTQI+ visto che anche con loro il sostegno è minimo se non inesistente. Potrei andare avanti ancora perché la lista è davvero lunga ma mi fermo qui. Come sempre per le politiche di genere ci si riempie la bocca di belle parole ma bisogna anche, molto prosaicamente, metterci i soldi per far sì che le attività siano visibili e ottengano condivisione e consenso e siano in grado di incidere su una cultura ancora molto arretrata".

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