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Salute

Alzheimer, all'Ospedale Maggiore di Parma un progetto per intercettare i primi sintomi e rallentarne il decorso

Perdita della memoria, difficoltà del linguaggio o depressione : è il momento di chiedere aiuto per attivare la rete di specialisti e di associazioni che seguono pazienti e i familiari

Brochure informative sulla prevenzione e cura e questionari di screening su quella che è considerata una malattia sociale, sono stati distribuiti all’info point allestito dai professionisti dell’Unità operativa di Geriatria, Clinica Geriatrica e Neurologia dell’Ospedale Maggiore di Parma in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer (OMS).

Un angolo di giallo, colore stimolante le performance cognitive, dal quale medici, infermieri, fisioterapisti e psicologi impegnati nella gestione della malattia hanno fornito spiegazioni ai cittadini  sulla patologia e sui servizi offerti dal Centro Demenze e Disturbi Cognitivi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Al loro fianco i rappresentanti delle associazioni che supportano i malati con deterioramento cognitivo e le loro famiglie come l’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer sezione di Parma, l’Unione Parkinsoniani e la Comunità di Sant’Egidio.

“La perdita di memoria, le difficoltà nel parlare, o disturbi del riconoscimento di cose o persone e anche l’incapacità di compiere  semplici  gesti quotidiani sono i principali sintomi della demenza, di cui la malattia di Alzheimer è la forma più comune – spiega Maria Modugno direttore ff della UOC di Geriatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma – E’ una malattia cronica e degenerativa, che  determina una progressiva riduzione delle capacità cognitive e motorie e provoca   un disagio e sofferenza anche nella vita di chi li assiste. Per questo motivo la demenza è oggi considerata una malattia sociale”.

Il Centro Demenze del Maggiore sta realizzando un progetto regionale, condiviso con la Clinica geriatrica diretta da Marcello Maggio e la Neurologia diretta da Liborio Parrino, per intercettare le persone con “Mild cognitive impairment”. “Questo significa – continua Modugno – identificare i fattori di rischio per la malattia di Alzheimer e promuovere la prevenzione”.

Quello che sottolinea la dottoressa Modugno è il lavoro di squadra che richiede la gestione delle demenze. “E' fondamentale la presa in carico dall'Ospedale al territorio e una collaborazione stretta tra geriatri, neurologi, psicologi, fisioterapisti, infermieri, terapisti occupazionali e le associazioni di volontariato che rappresentano le famiglie. La demenza ha un percorso lungo e complesso spesso molto difficile per il malato e i familiari. E' necessario condividere con le istituzioni l'inclusione dei malati nella società e nella sanità per migliorare la risposta ai bisogni delle famiglie del malato con demenza in tutte le fasi della malattia sino al fine vita”.

Durante la giornata è stato proposto ai cittadini interessati un test rapido di screening mentre le associazioni di volontariato hanno esposto le iniziative da loro promosse tra cui l’assistenza al domicilio con un' equipe multidisciplinare che valuta  e assiste il paziente nella propria abitazione. In rappresentanza dei volontari erano presenti Gigetto Furlotti presidente Aima Parma, Giuliana Masini presidente e Daniela Vannozzi tesoriere dell’Unione Parkinsoniani, Corrado Paci per la Comunità di Sant’Egidio.

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