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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

Pazienti Ematologici, al via Emocasa un servizio di assistenza domiciliare nel settore specialistico

L’obiettivo di Emocasa è di migliorare la qualità di vita del paziente e dei familiari

Grazie a una convenzione tra Azienda Ospedaliero- Universitaria, Azienda Usl e Ail, l’associazione per la lotta alle leucemie, partirà dai primi giorni di aprile Emocasa un nuovo servizio di assistenza domiciliare continuativo nel settore specialistico ematologico. Il progetto è stato sostenuto da Fondazione Cariparma attraverso a un contributo all’associazione Ail.

L’obiettivo di Emocasa è di migliorare la qualità di vita del paziente e dei familiari attraverso una presa in carico del paziente ematologico, in fasi specifiche del suo percorso di malattia, garantendogli al domicilio la totalità delle cure specifiche necessarie attraverso un approccio multi-professionale qualificato e in rete tra le Aziende sanitarie di Parma. Il servizio e il nuovo automezzo acquistato da Ail, che servirà per accompagnare il personale a casa del paziente, sono stati presentati oggi in conferenza stampa.

“Il progetto – spiegano Massimo Fabi e Elena Saccenti, direttori generali di Azienda Ospedaliero-Universitaria e Azienda Usl- ha una grande potenzialità perché migliora sensibilmente la qualità della vita delle persone con malattie ematologiche, considerato che porta a casa del paziente le professionalità ospedaliere e del territorio. Un lavoro frutto delle competenze altamente specialistiche dell’Ospedale e delle cure primarie dell’Azienda USL. Un grazie – aggiungono i direttori generali - a Fondazione Cariparma, Ail e a tutti i professionisti delle due Aziende, medici e infermieri ospedalieri, infermieri dell’assistenza domiciliare, farmacisti e medici di famiglia”. “Dall’inizio di aprile – spiega Vittorio Rizzoli presidente di Ail - i pazienti ematologici possono contare su un nuovo servizio. La nostra realtà di assistenza domiciliare lavorerà in collaborazione con le aziende sanitarie secondo linee guida ben precise arrivando a indicare trattamenti che sono il frutto di realtà condivise, utilizzando anche cure innovative. Un ringraziamento va a Fondazione Cariparma per l’importante sostegno ricevuto e a tutti i nostri sostenitori”. “

La realizzazione di un modello di assistenza domiciliare continuativo nel settore specialistico ematologico nasce dall’esigenza di assicurare un approccio globale al paziente affetto da patologie ematologiche.

“Fondazione Cariparma – precisa Anna Mazzucchi - è sempre attenta a progetti che consentono un significativo avanzamento dei servizi sanitari offerti all’intera comunità. Essere curati a casa propria e garantire assistenza sanitaria specialistica per patologie complesse come quella ematologica, riducendo quindi il ricorso al ricovero ospedaliero, ha benefici sulla salute, sui tempi di recupero e sul benessere psicologico”. “Quello che partirà tra pochi giorni – spiega Antonio Cuneo professore di Ematologia, dipartimento dio Medicina e Chirurgia, Università di Parma,  oltre ad essere è un bel progetto che va incontro al paziente, porta direttamente a domicilio i progressi della medicina e della ricerca che qui a Parma hanno una scuola di grande valore.”

“La presa in carico – precisa Monica Crugnola, Ematologa del Maggiore e coordinatrice del progetto - avviene da parte di un team che, alle competenze specialistiche del personale medico ed infermieristico dell’Ematologia, attualmente diretta da Francesco Leonardi, unisce quelle del personale infermieristico domiciliare, coinvolgendo anche il Medico di Medicina Generale cui resta in capo la generale responsabilità terapeutica del paziente”. 

Si realizza pertanto un meccanismo “a rete” per il quale il paziente non viene semplicemente affidato ma accompagnato nel percorso della sua malattia ematologica attraverso un fitto dialogo fra diversi soggetti che erogano aspetti diversi della cura.   

“Soddisfazione per l’avvio del servizio è stata espressa da Mario Scali, medico di Famiglia in staff alla direzione Ausl. “L’ospedale  spiega Scali - entra a casa del malato con ricadute positive sul paziente e sui suoi familiari. L’integrazione tra professionalità e il lavoro di squadra sono il futuro della sanità, un futuro che oggi è già realtà. I medici di famiglia sapranno rispondere nel modo più appropriato per collaborare al meglio alla realizzazione del servizio”.

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