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LA DELUSIONE

Da Pisa al Pisa, così Colak prova a ripartire con il Parma

Il lungo digiuno del centravanti croato che, all'andata, aveva regalato una vittoria d'oro a Pecchia, il no alla richiesta di prestito del Real Valladolid a gennaio. In 170 giorni Antonio si è involuto ma in questo finale serve la sua esperienza

Ci sono momenti che girano una partita, forse un campionato. La sliding door di Pisa-Parma aveva fatto credere ai tifosi crociati che Antonio Mirko Colak potesse essere il centravanti che l'anno scorso è mancato nei momenti decisivi della stagione. Fisico strutturato per aprire le difese più chiuse, personalità, carisma internazionale e la musichetta della Champions League che riecheggia a ogni suo stop, durante una conduzione palla a testa alta, dopo di un tiro. Questo era quello che aveva lasciato il primo gol in maglia crociata dell'ex bomber dei Rangers, risalente proprio a un girone fa. Ottime sensazioni perché era arrivato a tempo scaduto ribaltando l'Arena Garibaldi come un calzino e mandando in estasi i tifosi crociati.

Un 2-1 che portava la sua firma: entrato dalla panchina, gli era servito tutto il secondo tempo per imbucare in porta un pallone di platino. Da opportunista, da bomber vero. Era il primo messaggio che il Parma mandava a questo campionato che lo vede nella posizione dominante. Ma un girone dopo nessuno poteva aspettarsi l'involuzione del croato, segnata da 459' e due reti che, sommate alla zampata di Pisa, portano a tre il bottino. Tutto raccolto lontano dal Tardini. AC17, che di gol ne ha sempre segnati, si è piano piano eclissato giocando sempre meno dopo quella gara. Solo cinque da titolare su 22 e un digiuno che dura da 131 giorni. L'ultimo gol di Colak risale al 7 ottobre, nella partita contro il Venezia, troppo tempo senza esultare: situazione inusuale per un calciatore che ha segnato 172 gol in carriera e, nelle prime 13 giornate in Scozia l'anno scorso, aveva realizzato 11 gol. Poi l'infortunio lo aveva frenato, ridimensionando la sua forza e centellinando le sue presenze. Ma il Parma, con l'arrivo di Roel Vaeyens alla direzione dell'Area Tecnica, ha voluto puntare ugualmente su di lui. Serviva un centravanti con esperienza, il suo curriculum di giramondo era quello giusto per soddisfare la voglia di gol del Parma. Ma, evidentemente, qualcosa è andato storto. Poco feeling con il campo: le cose in casa Parma hanno cominciato a girare anche senza un vero nove. Tanto che Pecchia è stato 'costretto' a tenerlo fuori più del previsto. Difficile entrare a gara in corso per una punta di razza come Colak, complicato incidere in un meccanismo collaudato come quello del Parma che - anche senza il croato - ha il miglior attacco della Serie B. A gennaio, malgrado lo scarso utilizzo, la sua cessione è stata bloccata. C'era il Real Valladolid di Juric che lo tentava. Il Club ha detto no a una richiesta di prestito per l'attaccante che sarebbe voluto partire. Ma Pecchia, in accordo con l'Area Tecnica, non ha voluto togliere certezze a un gruppo lanciatissimo verso la Serie A. Da Pisa al Pisa, da fine agosto a metà febbraio, sono cambiate tante cose. Adesso Colak deve rincorrere per strappare dalle spalle di Bonny una maglia da titolare e trovare spazio in questo Parma. Per tornare a vivere quei momenti che possono girare una partita e, forse, un campionato. 

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