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ESCLUSIVA - Vaeyens: “Vi racconto la mia Parma. Qui c’è tutto per fare bene. E a gennaio…”

Il Managing Director Sport del Parma Calcio si racconta: "In passato è stato fatto un gran lavoro, a gennaio non faremo granché. Nessuno dei nostri calciatori partirà. Questa è una bellissima città e Krause ha in mente grandi progetti"

Roel Vaeyens ha un volto rilassato: l'aria dell'alta classifica gli fa sicuramente bene, anche se porta ancora i segni della delusione della sconfitta di Lecco. Ma è fiducioso per il prosieguo e sa che questo Parma può reagire già a partire da sabato, nel derby con il Modena. È nella vita di uno sportivo reagire dopo una sconfitta. Bisogna lottare: e lo dice un ex centrocampista offensivo, che ha giocato tra seconda e terza divisione in Belgio prima di dedicarsi a costruire la sua carriera da manager di alto livello. Nella lunga intervista esclusiva che ha concesso a ParmaToday.it, il Managing Director Sport crociato ha toccato diversi temi: dal momento della squadra passando per la sua daily routine parmigiana. Fino al mercato invernale che si preannuncia poco movimentato. Per una serie di ragioni.

Qual è il suo sogno per gennaio, direttore?

"Sognare non è una cosa che aiuta a progredire in questo settore. Quando vuoi vincere non penso che basti sognare. Non faremo tanto a gennaio, le prestazioni sono buone anche se sappiamo che dobbiamo migliorare e fare alcune cose meglio. Non penso che faremo tanto, lo ripeto, nella finestra di mercato invernale perché in questo momento ci sono alcuni giocatori tipo Camara, Valenti, Partipilo che stanno crescendo di condizione e presto torneranno in campo. Noi li aspettiamo, penso che non faremo molto perché il nostro livello è già alto. Abbiamo molti giocatori buoni, con tante qualità. Ma per il nostro reparto Scouting sarà importante rimanere concentrati perché se ci saranno buone opportunità noi le valuteremo. Probabilmente verranno fatti interventi mirati per il futuro. Centrocampisti?Penso che gran parte degli altri club in serie B guardano al nostro centrocampo e penseranno che abbiamo grande qualità. Io sono contento della qualità che abbiamo sia in difesa, che a centrocampo e in attacco”.

Com'è il suo rapporto con Krause?

"Tra di noi c’è una buona intesa. Krause è il nostro presidente e anche il proprietario del Club. Normale che io gli riporti le nostre attività. Le cose di campo e quelle fuori. Le attività che vogliamo fare, quelle che abbiamo in programma di fare. Ovviamente non parliamo solo della Prima Squadra maschile, ma parliamo delle Parma Women, dei nostri giovani, dell’area medica e dell'area permormance, dell'area scouting. E di tutto quello che accade intorno al club, ovviamente. 

Parliamo di mercato: i suoi colpi migliori in entrata e in uscita. 

"Voglio precisarlo: il Parma ha già fatto un buon lavoro nelle passate stagioni e nella scorsa finestra di mercato. Quindi non abbiamo bisogno di fare tanto sul mercato. Abbiamo fatto un buon lavoro di analisi, tutti siamo d’accordo che non vada fatto molto in questa finestra. Abbiamo solo bisogno di vedere profili specifici e calciatori. Non dobbiamo fare tante cose. Non abbiamo in mente di cedere nessun nostro calciatore. Detto questo, per quanto riguarda il mio migliore acquisto in entrata è difficile rispondere. Ogni singolo affare ha una sua storia. Posso dire però che quello che ha riguardato Simon Mignolet, il suo trasferimento dal Liverpool al Club Bruges, è stato un grande affare. E non è stato affatto facile perché è stato fatto un grande lavoro.Il calciatore aveva offerte anche dalle altre squadre, per via delle grandi prestazioni. Ma posso dire anche che Skov Olsen, che abbiamo preso dal Bologna nel gennaio 2022, è stato un buonissimo colpo. Uno degli ultimi da manager del Bruges che ci ha aiutato moltissimo. 

E De Ketelaere? 

"Charles è un giocatore del Club Bruges da quando aveva 8 anni. I suoi progressi e i suoi sviluppi hanno costituito un grande vanto per il Club Bruges, grazie alle buone strutture che abbiamo creato nel club il giocatore è migliorato molto. I suoi progressi sono stati straordinari. E’ un ottimo giocatore, spero per lui che faccia bene dell’Atalanta perché ha un grande potenziale. Il mio rimpianto? Non tutti i trasferimenti hanno successo ma non c’è una sola ragione dietro. Andrebbe fatta un’analisi a 360 gradi. E’ difficile fare un solo nome, non penso bisogna parlare di rimpianto però. Ci sono tante ragioni per cui un trasferimento non va a buon fine". 

Perché il Parma dovrebbe vincere il campionato? 

"Capisco bene che gli altri club vogliano spostare la pressione sul Parma. Ma sicuramente non siamo l’unico Club che vorrebe andare in Serie A. Gli altri mettono pressione su di noi, ma la differenza è quella che noi abbiamo detto all'inizio. Non ci nascondiamo. Non abbiamo bisogno di nasconderci perché abbiamo già declinato gli obiettivi. Ma voler andare in Serie A non significa che siamo sicuri di andarci: dobbiamo mostrare ambizione e non arroganza. Noi sicuramente non siamo arroganti. Sappiamo che non è semplice raggiungere l’obiettivo della promozione ma vogliamo provarci per i nostri tifosi, per la città, per la comunità. Tanti club sono extra motivati quando sanno di giocare contro noi. Io sono sicuro che squadra e staff sono concentrati però sul nostro obiettivo.

Che momento è per il Parma?

"Nelle analisi che facciamo dopo ogni gartita, noi guardiamo tutto a trecentosessanta gradi. Non solo l’ultima partita o quella in cui abbiamo fatto meglio. Noi internamente analizziamo con staff tecnico, ds e analisti le partite che abbiamo disputato. Analizziamo e cerchiamo di capire tutte le cose buone e meno buone che abbiamo fatto. Dopo 13 partite possiamo ritenerci comunque soddisfatti anche dell’attuale classifica. Ma sappiamo che dobbiamo migliorare tante cose. Abbiamo segnato molti gol in Serie B, possiamo essere pericolosi in molti aspetti, abbiamo un sacco di qualità individuali e di squadra. Sappiamo, d'altro canto, che è difficile, dura perché ci sono partite complicate. Io spesso dico che il campionato non è uno sprint ma una maratona e abbiamo il dovere di fare bene ogni partita e migliorare la classifica rispetto ai nostri avversari.

Le piace la città?

"Mi piace Parma, mi piace molto come città. Sono contento di vivere qua, la qualità della vita è molto buona e sono molto felice di lavorare per il Parma calcio. È una città non molto grande che, piano piano, sto conoscendo sempre meglio. Sono felice di lavorare per i Parma Calcio. Tutti hanno grande passione qua dentro e tutti lavorano duramente per il Club. Io devo garantire efficienza e trovare la migliore organizzazione possibile per il ruolo che ho e le mie competenze. Sono molto felice della scelta che ho fatto.

Le piace il cibo?

"I piatti sono salutari, ma ricchi di calorie. Cerco di tenermi in forma, tuttavia: devo stare un po’ attento al colesterolo se no sale di livello. Ma, in definitiva, mi piace il cibo italiano e mi piace mangiare buoni piatti. Posso dire che non ci sono tanti posti migliodi di Parma in termini di cibo.

Cosa le piace del calcio italiano e cosa non le piace?

"Ho visto tante partite di qualità anche in Serie B. Ci sono squadre molto organizzate. E’ tipico del calcio italiano essere organizzati. Abbiamo notato altre squadre italiane che fanno molto bene nelle competizioni europee. Ci sono tanti punti di forza e tante qualità nel calcio italiano. Ma, in questo periodo, l’Italia ha avuto qualche difficoltà. Ad esempio la Nazionale ha raggiunto la qualificazione grazie alle ultime partite. C’è ancora tanto tempo davanti per migliorare e arrivare preparati a Euro2024, tuttavia. Ma penso che il movimento, rispetto al passato, si stia un po’ rinnovando. Ci sono certe cose intorno al calcio, fuori dal campo, che vanno fatte necessariamente e che l’Italia deve fare per forza. Durante i forum sul calcio della scorsa settimana a San Siro, ho visto club ambiziosi che devono fare tante cose. Ma c’è bisogno di lavorare tutti insieme con Lega, Società, Club e governo per investire sul futuro. Stadi, centri sportivi, per stimolare nella persone nuove sfide rendendole pronte a vivere nuove sfide. Il presidente  Krause è concentrato a investire tempo e risorse su Stadio e Centro Sportivo. Siamo sicuri che continui nel suo lavoro e sappiamo che siamo sulla buona strada. Speriamo che tutto si concluda in un giusto modo. Questo è un piano fantastico piano e speriamo di giocare nel nuovo stadio tra poco tempo".

Perché ha scelto di diventare manager senza fare il calciatore?

"Non ho scelto io. Quando ero giovane ho giocato da centrocampista offensivo in seconda e terza divisione. Le dirò: avevo anche del potenziale. Ma il mio corpo non era abbastanza forte da affrontare le sfide del calcio moderno. Ero un centrocampista offensivo ma ho avuto un po’ di infortuni e ho sofferto per diversi problemi fisici. Tuttavia, io volevo stare nel calcio professionistico, ma ho capito che ci sarei potuto rimanere con un altro ruolo e ho combinato la passione per il calcio e le mie capacità nel ruolo di manager. Mi diverto in questo ruolo, so che posso aiutare la gente e guidarla nel fare il meglio per il club. Ma ci sono veramente tanti momenti duri da mandare giù. Se non vinci diventa complicato anche per un manager". 

Si può dire che è Man la star del Parma?

“Dennis è molto importante per la squadra, sicuro. Ma abbiamo un gruppo con molti giocatori di qualità. Abbiamo bisogno di tutti giocatori per raggiungere i nostri obiettivi. D'accordo, in questa stagione Man sta giocando veramente bene, ha creato tanti pericoli, non ha solo segnato tanti gol. Purtroppo si è infortunato per la seconda volta in stagione, ma adesso è importante che stia in forma il più a lungo possibile. Per aiutare il club nelle partite difficili. Man ha tante qualità e qualcosa in più, come i giocatori forti. Ma non il Parma non dipende solo da Man. Abbiamo tanti giocatori sia in attacco che in difesa che possono aiutarci a vincere le partire. Questo è la forza del Parma. Non abbiamo solo 11 giocatori in campo, ma anche quelli che entrano dopo riescono a essere determinanti. È chiaro: vogliamo finire in classifica più in alto possibile e andare in Serie A, ma ancora non abbiamo la garanzia. Tuttavia tutti i giocatori devono partecipare e aiutare a farci vincere le partite. A gennaio nessuno di loro sarà sul mercato.  Quando finisce la stagione poi analizzeremo le situazione". 

Chiuda gli occhi e immagini di essere a  fine stagione: dove vede il Parma?

"E’ bello sognare, ma noi nei nostri ruoli non possiamo permettercelo perché dobbiamo lavorare. Dobbiamo provare a migliorare giorno dopo giorno per realizzare le nostre ambizioni e quelle del Club. Non voglio guardare troppo avanti però, noi dobbiamo pensare al presente. In questa settimana è importante vedere la reazione dopo la sconfitta di Lecco. Tutti siamo ancora delusi perché abbiamo avuto una reazione splendida nel secondo tempo. Abbiamo combattuto e con un po’ di fortuna in più avremmo raggiunto anche il pareggio. Ma sono cose che succedono nell'arco di un campionato. È successo, succedono queste cose in stagione. Per uno sportivo è importante reagire e mostrare la voglia di vincere ogni partita".

Cosa pensa dell'ingresso di Martin Semmens nel Krause Group e che rapporto ha con lui? 

"Penso che sia una cosa normale, un'evoluzione nel progetto del Krause group. Il presidente non è solo il proprietario del parma, ma anche di altre squadre negli Stati Uniti. Ha ambizioni nel calcio, è normale che sia così. Io e Luca Martines (Managing Director Corporate) eravamo totalmente informati di questo. Da parte nostra dobbiamo continuare a lavorare duramente e nello stesso modo. Come abbiamo fatto fino ad ora. Contonuare a riportare al presidente tutto quello che facciamo. La gente, i giocatori, i tifosi, sanno che Krause sta investendo molto in infrastrutture, cosi noi dobbiamo lavorare per realizzare i nostri progetti e quelli del Club. In questo senso, l'arrivo di Semmens è una normale evoluzione. 

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