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Festival Parma, le canta anche al Cittadella e vola verso la Serie A

Sedicesima vittoria in 24 gare, quinta nelle ultime 7. La squadra di Pecchia soffre solo perché i suoi non la chiudono. Bernabé apre, poi Hernani raddoppia. Inutile il gol di Negro nel primo tempo. Finisce 2-1 per i crociati che corrono verso il traguardo

Se il Parma soffre più del dovuto lo deve solo ai suoi attaccanti. Il più stanco a fine partita sembra essere Pecchia che, dopo il triplice fischio, si siede sulla panchina e sorseggia la sua bottiglietta. Come se avesse giocato anche lui. Finisce 2-1 per i crociati in una partita resa complicata per via delle tante occasioni sbagliate che non cancellano la superiorità netta degli ospiti. Nella ripresa i gialloblù si sono divorati più volte il gol che avrebbe ulteriormente chiuso i discorsi. Ma 51 punti sono comunque tantissimi, più di due a partita. La quindicesima vittoria in 24 gare è figlia dei gol di Bernabé e di Hernani, che mandano il Parma in orbita avvicinandolo alla Serie A un passo alla volta e mantenendolo a distanza di sicurezza dalle inseguitrici. Il +6 su Cremonese e Como (seconda e terza a pari punti) resta ben impresso.  Quinta vittoria nelle ultime sette, 14 gol fatti che portano a un totale di 45 reti. Numeri da grande squadra, inevitabile.

Ci mette otto minuti il Parma a passare in vantaggio. Il nono gol nel primo quarto d’ora di partita lo segna Adrian Bernabé, ed è un colpo da biliardo. Tecnica e precisione nel depositare in buca la palla gentilmente offertagli da Benek e lavorata, prima, da Bonny che svaria sul fronte e fa valere la sua potenza. I crociati si confermano maestri nell’approccio e consolidano il loro invidiabile primato: nessuna squadra ha fatto meglio sotto porta in questo lasso di tempo. Oltre al gol numero sei di Bernabé, c’è da esaltare anche il lavoro di Bonny, fondamentale in costruzione. Ok, non segnerà pure da tempo il francesone (quasi cento giorni: ultimo gol il 5 novembre contro il Südtirol), ma lavora tantissimo per la squadra, ha imparato a gestire il pallone in maniera sapiente ed è diventato un calciatore che sposta quando si gioca sulla palla profonda. E Pecchia lo sa, vuole che si vada direttamente in verticale da ‘Angelo’ in grado di tenere il pallone e far salire la squadra perché ha fisico e struttura, oltre che tecnica e rapidità. Se fosse anche più lucido in zona gol, di sicuro staremmo parlando un calciatore da palcoscenici luminosi. Ma ha tutto il tempo per rifarsi. Il Cittadella di Gorini, che viene da tre sconfitte consecutive, deve provare a invertire la rotta. Ma non ha tanti argomenti per poter sostenere la sua tesi. Perché manovra e palleggia (56,8% di possesso palla e 159 passaggi effettuati nel primo tempo), ma sotto porta si scioglie. Chichizola, a parte qualche sussulto in uscita, fino all’ultimo minuto del primo tempo non ha di fatto partecipato. Ma all’ultimo secondo ha dovuto raccogliere il pallone in fondo al sacco al minuto 48’, senza che c’erano avvisaglie. Negro in spaccata spedisce in rete il pallone rimesso in mezzo da Vita dopo un calcio piazzato. Il vantaggio però resta perché al 38’ Hernani aveva depositato in rete una bella palla che Benek gli aveva apparecchiato con il sinistro. Mancino morbido sul secondo palo del polacco, al secondo assist della partita, calcio al volo del brasiliano che va a ballare con Sohm sotto la curva. 

Lo svizzero entra subito a inizio ripresa, Pecchia lascia Estevez in panchina perché sulla testa dell'argentino pende un giallo pericoloso. Meglio non rischiare. Il Cittadella avrebbe bisogno di un gol subito per provare a giocarsela fino alla fine e comincia attaccando. Ma il Parma è corto e gioca sulla rapidità dei suoi esterni pronti a innescarsi appena hanno qualche metro davanti. Pecchia li tiene compatti, lascia il palleggio agli avversari preferendo occupare quegli spazi che il Citta lascia alla ricerca del pareggio. Il piano gara è chiaro: ripartire per chiuderla. E i suoi fanno tutto bene, fino al tiro. Cominciano a diventare parecchie, però, le palle gol sprecate da Delprato e compagni che arrivano con facilità dalle parti di Kastrati. Un paio di volte (su Bernabé e Sohm) è bravo lui, poi fanno tutto (male) i giocatori di Pecchia che con Bonny, Benek e Man sciupano diverse occasioni per chiuderla.  Sono sette le conclusioni verso Kastrati dal 46' al 74', un numero impressionante di occasioni che il Parma si divora. L'arma preferita dal Cittadella, trovando uno scudo che rimbalza i suoi attacchi centrali, sono i cross in area. Ma su questi non fatica Chichizola. 

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