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Parma, questa è una vittoria da Serie A: Camara lancia la fuga di Pecchia

Venezia battuto all'ultimo secondo: finisce 2-1 con la rete decisiva dell'ivoriano che, come l'anno scorso, ci mette lo zampino con un gol da cineteca. Pecchia si lascia andare a un'esultanza sfrenata e la squadra salta e balla sotto la curva

La bottiglia l'ha stappata Drissa Camara, anni 21, ivoriano di nascita e parmigiano (dell'Audace) di adozione. È lui l'uomo che ha sciolto l'usuale compostezza di Fabio Pecchia. Al minuto 100 comincia la festa e Drissa finisce sotto un cumulo di persone per aver segnato il gol che porta il Parma a +7 dal Venezia e lo lancia verso la Serie A. Nel pallone scagliato al volo da fuori area alle spalle di Joronen per il 2-1 definitivo, c'è tutta la partita: pesante, sporca, giocata con una grande attitudine dal Parma e vinta anche in maniera meritata. Perché la squadra di Pecchia ha costruito di più e meglio del Venezia, perché ha sciupato tanto e, alla fine, ha trovato il jolly pescato da questo ragazzo pieno di energia che era entrato dopo un'ora abbondante mentre la partita si avviava a rimanere ferma sull'1-1. Aveva aperto Mihaila, poi aveva risposto Pohjanpalo ma, come l'anno scorso, nessuno aveva fatto i conti con Drissa. E le scene di festa si susseguono una dietro l'altra, finendo per ballare sotto una curva che assapora già la Serie A.

Pecchia cambia formazione. Lascia Estevez in panchina (come contro il Brescia) e affida la mediana a Hernani e Bernabé: fisico e fosforo per lavorare più possibile palloni in uscite e blindare le seconde palle che - contro la doppia punta - possono essere fatali. Davanti c’è un misto di tecnica e fisicità che mette sotto scacco la difesa del Venezia, in apprensione per quasi tutto il primo tempo. Mihaila e Bonny spesso si scambiano la posizione senza dare un riferimento a Svoboda e ad Altare. Che, in effetti, faticano a rincorrerli. Il primo quarto d’ora del Parma è infatti di fuoco: pressing feroce, riconquista, aggressione, verticalizzazioni e tagli alle spalle della statica retroguardia lagunare che viene bucata da Mihaila al minuto 21’. Hernani pesca il rumeno  che attacca lo spazio e sbuca davanti ad Altare prima di depositare comodo il pallone alle spalle di Joronen. Un’azione splendida che una posizione sospetta ha rischiato di vanificare. Per fortuna Marini al Var ha dato l’ok dopo aver tracciato le linee e il boato del Tardini, sospeso solo per un attimo, ha ripreso riecheggiare. La festa è durata poco però: sembrava una partita messa sui binari preferiti da Pecchia, pronto a scatenare le sue frecce dopo riaagressione e riconquista palla. Se non fosse che Osorio, latitante come a Modena in marcatura, si fa beccare da Pohjanpalo. Quarto gol in quattro partite contro il Parma per il gigante scandinavo che rimette le cose in pari. Il Parma sembra aver accusato il colpo, ma si scuote e con Benek e Mihaila va vicino al 2-1. Il polacco, a un passo dal duplice fischio, riesce a sciupare un’occasione d’oro e il risultato resta in parità. 

Nel secondo tempo la partita non decolla, il Parma vuole tenere il pallino del gioco ma abbassa l'intensità. Il Venezia alza un po' il ritmo ma non dà quasi mai l'impressione di essere padrone del campo. La doppia punta spaventa il Parma solo in qualche occasione. Poi, dopo i tanti tentativi andati a vuoto, al 100' Camara trova il gol della domenica e lancia la festa. L'ha stappata lui la bottiglia. 

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