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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Riorganizzazione dell’emergenza-urgenza: incontro con il personale delle due Aziende sanitarie

Nella Sala Congressi del Maggiore, la presentazione del progetto e il partecipato dibattito per definire gli aspetti organizzativi

La riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza e dell’assistenza territoriale è pronta ai blocchi di partenza. Tra i primi protagonisti che la devono conoscere e condividere ci sono i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano in questo ambito. Per questo motivo la Regione Emilia-Romagna ha organizzato un ciclo di incontri, che si terranno da Piacenza a Rimini, per presentare il progetto di riordino, approfondirne ogni aspetto e soprattutto per dare il via al piano di ricaduta organizzativa in ogni territorio. Il primo degli appuntamenti regionali ha fatto tappa a Parma, martedì 12 settembre, nella Sala Congressi del Maggiore. 

Ad aprire l’incontro Luca Baldino, direttore generale dell’assessorato alle Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna, i dirigenti della Regione Mattia Altini e Fabia Franchi (responsabili rispettivamente del settore ospedaliero e del settore territoriale) con il direttore generale di Azienda Ospedaliero-Universitaria e commissario straordinario Ausl Massimo Fabi e i direttori sanitari di Ausl Pietro Pellegrini e del Maggiore Sandra Rossi, quest’ultima nel ruolo anche di direttore del Dipartimento interaziendale provinciale di emergenza-urgenza.

Ha partecipato una platea numerosa, che ha riunito medici di famiglia, referenti dei servizi sanitari sul territorio, Ordine dei Medici e delle Professioni Infermieristiche, personale e direttori delle strutture di quella complessa rete che si attiva di fronte ad una richiesta di emergenza o di urgenza che oggi parte dalla Centrale 118, dalle Guardie mediche o dalle Case della salute. Oltre ai preziosi volontari delle Assistenze Pubbliche e della Croce Rossa.

"Il nostro obiettivo – precisa Baldino - è quello di risolvere un problema che ci portiamo dietro negli ultimi vent’anni: togliere dal Pronto Soccorso i codici bianchi e verdi, che ad oggi rappresentano il 70% dei casi, potenziando contemporaneamente le cure primarie nel territorio. Per delineare questa riforma ci siamo confrontati nei mesi scorsi con circa 200 operatori e oggi tale confronto prosegue in modo ampio e costruttivo. Questo è anche lo spirito che permea la riforma stessa”.

“Quello di oggi – aggiunge Fabi – è stato un incontro aperto tra tutti gli interlocutori in una proposta di rafforzamento del sistema territoriale che fa della condivisione il suo punto di forza. Un momento di ascolto per rendere operativa una riforma che ha l’obiettivo di sviluppare ulteriormente quella sanità di prossimità e di vicinanza al paziente e alla sua integrazione con quella specialistica ospedaliera che ha sempre visto in Parma una protagonista sia con il riordino del sistema ospedaliero a metà anni 90, sia successivamente con la realizzazione di 26 Case della Salute”.

Sul tavolo, presentato dalla direttrice sanitaria del Maggiore Rossi insieme ad Annalisa Volpi, responsabile Emergenza Territoriale di Ausl, l’organizzazione di un modello regionale che si pone l’obiettivo di fare da apripista in Italia: quello di dedicare il Pronto Soccorso ai casi più gravi creando al suo fianco una rete diffusa di Centri Assistenza per l’Urgenza (CAU) che garantiranno, 24 ore su 24, risposte alla gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale, oltre alle équipe medico-infermieristiche, le Unità di continuità assistenziali (UCA), che opereranno a domicilio del paziente, insieme al  potenziamento della telemedicina. “Basti solo pensare – precisa Rossi - che dei circa 85.000 accessi al Pronto soccorso del Maggiore oltre 66.000 sono codici bianchi e verdi”.

Ad indirizzare i pazienti verso la struttura più adatta alla loro esigenza saranno anche gli operatori del 116117, numero unico europeo per l'accesso alle cure mediche non urgenti, che lavoreranno in stretta correlazione con i colleghi del 112 (numero europeo di emergenza) e delle tre centrali operative del 118 presenti in regione (Parma, Bologna e Romagna) forti della loro trentennale esperienza di ricezione e gestione delle chiamate sanitarie.

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