Cft, nessun accordo con l'azienda: stamattina presidio ai cancelli
L'incontro di lunedì pomeriggio in Provincia ha sancito l'impossibilità di arrivare ad un compromesso, la proprietà vuole mettere in mobilità i 36 lavoratori: in risposta nuovi scioperi e una cassa di resistenza
Vertenza Cft. E' scontro aperto tra la proprietà e i lavoratori. L'incontro di lunedì 5 marzo presso la sede della Provincia in viale Martiri della Libertà ha praticamente sancito l'impossibilità di arrivare ad un accordo che limiti i danni in termini di occupazione. Nessun passo indietro da parte della proprietà che si è limitata a ribadire la volontà di mettere 36 persone, individuate dall'azienda tra operai ed impiegati, in cassa integrazione fino al 31 dicembre 2012. Poi la mobilità e 36 famiglie appese ad un filo. Per come si sono evoluti i fatti fino ad oggi i licenziamenti sono sempre più vicini.
Martedì 6 marzo è stata convocata un'assemblea dei lavoratori che ha deciso per altri scioperi e altre mobilitazioni prima del 15 marzo, giorno del nuovo incontro con la proprietà. Questa mattina dalle ore 8 i lavoratori della Cft ed alcuni componenti del Comitato di solidarietà si sino ritrovati davanti ai cancelli in via Paradigna per manifestare e distribuire volantini agli automobilisti che passavano dalla vicina rotonda. La Fiom ha anche attivato una cassa di resistenza per i lavoratori in sciopero, che hanno già accumulato 30 ore di astensione dal lavoro.
"Loro, l’amministratore delegato Sommi -si legge in una nota del Comitato di solidarietà- il direttore finanziario Merusi, il direttore del personale Dall’Asta, insieme al Banchini dell’UPI, non si pongono neppure il problema di confrontarsi su un piano aziendale che affronti le molte questioni aperte: da quella della organizzazione del ciclo produttivo pesantemente compromesso da esternalizzazioni e acquisizioni. Vogliono solo licenziare, licenziare, licenziare. Davanti a tanta arroganza e tracotanza dell’azienda i lavoratori sapranno rispondere con la necessaria determinazione per salvare tutti i posti di lavoro e con essi la Cft., così come alcuni giorni fa la straordinaria lotta dei lavoratori immigrati della Bartolini di Parma ha costretto l’azienda ad accettare tutte le loro rivendicazioni".