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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'università di Federica

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A cura di Federica Perrini

AlmaLaurea 2012: i laureati di Parma? Più occupati ma più precari

Nel contesto parmigiano, l'indagine ha interessato quasi 6.500 laureati di cui: 2.440 triennali e 1.393 specialistici biennali del 2010; 1.200 laureati specialistici biennali del 2008; 582 laureati pre-riforma del 2006

"Dopo la laurea: studi ed esperienze di lavoro in Italia e nel contesto internazionale" è il titolo che caratterizza il convegno, tenutosi a Roma l'8 marzo, ove sono emersi dati relativi al XIV Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati. Palesi risultano le difficoltà per i giovani, laureati e non, che si affacciano sul mondo del lavoro. Nel contesto parmigiano, l'indagine ha interessato quasi 6.500 laureati di cui: 2.440 triennali e 1.393 specialistici biennali del 2010; 1.200 laureati specialistici biennali del 2008; 582 laureati pre-riforma del 2006. Le interviste sono state svolte nel 2011 ma quelle ad oggi maggiormente rilevanti sono quelle dei triennali e specialistici del 2010. Si evince, dunque, che il tasso di occupazione dei triennali di Parma del 2010 è, dopo un solo anno, pari al 47% (superiore alla media nazionale che è del 44%); i laureati specialistici biennali del 2010 raggiungono, sempre dopo un anno, il 62% (mentre la media nazionale si ferma al 56%). Tra i triennali di Parma, inoltre, il 27% è dedito solo al lavoro mentre il 20% concilia lavoro e studio per la laurea magistrale. Ne consegue che sette laureati su cento sono in cerca di lavoro dopo la triennale a Parma. Ma questo vale per chi decide di non proseguire con la magistrale, una minoranza rispetto al 64% dei triennali che continuano il percorso universitario. Solo il 13% degli specializzati magistrali, invece, prosegue il percorso formativo con master o corsi extra. In definitiva, il lavoro è stabile dopo un solo anno per un quarto dei laureati di Parma, corrispondente cioè al 25%, laddove la media nazionale è del 33%. C'è da fare una distinzione, però, tra lavoro stabile e lavoro atipico: il primo prevede contratti a tempo indeterminato o lavoro autonomo; il secondo riguarda contratti a tempo determinato o collaborazioni e simili. Per quanto riguarda il guadagno, la precarietà influenza in negativo gli andamenti: su valori inferiori rispetto alla media nazionale per i laureati di primo livello con 883 euro mensili in media (942 euro è invece la media nazionale); in linea con la media nazionale è il guadagno degli specialistici con 1.051 mensili in media. Il Rettore Gino Ferretti afferma: «I dati emersi, relativi all'Università di Parma, confermano un'ottima performance dei laureati del nostro Ateneo in relazione all'inserimento nel sempre più complesso mondo del lavoro. L'indagine mostra che vale la pena investire in un percorso di studi universitario». 

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