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L'università di Federica

L'università di Federica

A cura di Federica Perrini

Perché è importante votare il 13-14 novembre?

I propositi delle liste candidate alle elezioni studentesche

 

Non sempre risulta chiara la motivazione che dovrebbe spingere gli studenti verso le urne elettorali del proprio Ateneo per esprimere una preferenza nei confronti degli studenti candidati alle elezioni. Spesso questa preferenza viene espressa in base a conoscenze personali, quindi simpatie o mere adesioni ideologiche. Ma ci si informa sui programmi presentati dalle liste? Sull’importanza del ruolo di rappresentante? Alle volte non si ha ben chiaro nemmeno cosa un rappresentante può fare. Ed ecco che, non raramente, si vota superficialmente “a casaccio”. Piera Rovito (coordinatrice di SSU), spiega che votare è importante perché: «È l'unico modo per legittimare la voce degli studenti. In un contesto come quello attuale, in cui l'università e la ricerca subiscono continui colpi bassi, è più che mai necessario che gli studenti siano rappresentati e che venga difeso a denti stretti il diritto allo studio. Quando una lista viene eletta, si ritrova a lavorare a stretto contatto con gli studenti e il personale docente, facendo da ponte e soddisfacendo moltissime delle esigenze relative alla didattica in senso stretto, ma non solo. Si spera che la percentuale dei votanti, bassissima negli anni passati, cresca e che anche i docenti ci aiutino a spiegare agli studenti quant'è importante il voto del 13-14 novembre». I rappresentanti dell’Udu ribadiscono: «Il voto è fondamentale per gli studenti perché permette loro di decidere chi li dovrà rappresentare negli organi di governo dell'Ateneo. Sono i rappresentanti che si trovano a confrontarsi con professori e tecnici per orari delle lezioni, attivazione dei corsi, didattica e tasse… quindi la scelta di un buon rappresentante è determinante per la vita di uno studente sia per quanto riguarda il suo percorso accademico sia per quanto riguarda i servizi che riceverà!». Daniele Braghiroli (coordinatore di Student Office) aggiunge: «Votare è l’occasione per ogni studente di scegliere e sostenere chi decide di implicarsi in ogni aspetto dell’università, a vantaggio di tutti. Quello che occorre è una presenza di gente viva con il gusto di affrontare le circostanze e di costruire, per sé e per gli altri; questo è il motivo per il quale ci candidiamo e questo è quello che i nostri rappresentanti continueranno a fare. Il rappresentante sarà un punto di riferimento per gli studenti: egli si rapporterà con l'università nel dialogo con professori e membri dell'Ateneo per poter lavorare e costruire insieme. Negli anni si è visto che solo questo porta frutti».

 

Dunque, quali sono i doveri di un rappresentante universitario? I rappresentanti delle tre liste reperibili ai fini della nostra intervista hanno risposto così:

-         “DOVERE PRIMARIO sarà rappresentare TUTTI, indistintamente; farsi portavoce veri degli studenti e, soprattutto, essere coerenti tra quello che si dice e quello che si fa, come in passato non è accaduto. Possiamo dire a gran voce che, finora, abbiamo partecipato a TUTTI i consigli di Facoltà in cui eravamo stati eletti e che abbiamo sempre informato i nostri studenti, attraverso ogni mezzo, sulle decisioni prese negli organi. Quest'anno chiediamo il loro aiuto per mettere piedi negli organi maggiori: il problema delle tasse è gravissimo e non possiamo permettere che il cda non intervenga.
Ai nostri studenti chiediamo di votare con consapevolezza e lucidità, sulla base di quello che in questi anni hanno visto e delle loro aspettative universitarie”. (SSU)

-         “Crediamo che i rappresentanti dovranno da subito confrontarsi nei consigli con la nuova riorganizzazione dovuta alla legge Gelmini. Molti sono i problemi che la riorganizzazione dei dipartimenti sta causando, c'è tanta confusione nelle segreterie, molti studenti non sanno a chi fare riferimento, in alcuni corsi c'è tanta confusione sulla gestione degli esami a scelta, ecc. Il lavoro dei rappresentanti dovrà servire a limitare il più possibile le ripercussioni sugli studenti. Negli organi maggiori (cda e senato per lo più) il confronto sarà su alcuni temi fondamentali come la riforma delle tasse dovuta alla spending review o la situazione della didattica che subirà notevoli cambiamenti.
Per ultimo per ordine ma non per importanza il lavoro dei rappresentanti dovrà essere quello di ascoltare gli studenti caso per caso e fare il possibile per risolvere il singolo problema con l'aiuto di tutta l'associazione”. (Udu)

-         “Il rappresentante dovrà innanzitutto essere presente in università. Noi non facciamo politica universitaria di mestiere: tutte le problematiche che incontriamo le cogliamo andando a lezione (come si vede dal nostro programma) e vivendo l'università così da essere anche un riferimento per gli altri studenti. Questo credo sia il punto più interessante. Sarà poi decisiva e fondamentale una presenza fedele a tutti i consigli a cui il rappresentante sarà chiamato per poter entrare nel merito di ogni questione così da poterla affrontare concretamente”. (Student Office)

Per informarsi circa le ideologie delle 10 liste complessive è possibile ricercare il sito di ognuna: basta scrivere ad esempio “Azione Universitaria Parma” su Google per accedere alla storia e ai propositi usuali dell’associazione candidata. Mentre, per munirsi dei contatti di tutte le associazioni studentesche di Parma, basta andare sul vecchio sito "unipr": https://old.unipr.it/www.php?info=Studenti&tipo=assocstud. Intanto è bene elencare i propositi delle tre liste che si sono rese reperibili per darci informazioni utili sulle imminenti elezioni…

Piera Rovito (coordinatrice di SSU) dichiara che la sua lista continuerà il suo percorso sui temi per i quali si sono battuti in questi anni con coerenza e spirito di squadra. In particolare, punti cardine del loro programma d'Ateneo, che hanno scritto insieme a tutti i 73 candidati, sono: 

«- Le tasse: di recente Federconsumatori è tornata  a denunciare l'aumento iniquo della contribuzione studentesca dell'Università di Parma. Se aumentarle non è possibile e diminuirle non è realistico, chi sarà eletto dovrà necessariamente lottare per la REDISTRIBUZIONE A FAVORE DELLE FASCE PIU' DEBOLI.

- La mensa: ci batteremo per degli appalti più chiari e per la riduzione dei prezzi, troppo alti per gli studenti che non beneficiano della borsa di studio e per lo studente medio in genere. 

- Il valore della rappresentanza degli studenti  negli organi di Ateneo: chi c'è stato in questi anni ha sì protestato con noi nelle piazze, ma non è stato coerente negli organi in cui era chiamato a rappresentarci. Lo statuto d'ateneo che riduceva la rappresentanza degli studenti è stato votato all'Unanimità dal Senato ciò implica che hanno votato a favore anche i rappresentanti degli studenti). Non vogliamo che questo accada mai più e che gli studenti sappiano con MASSIMA TRASPARENZA quello che si decide negli organi maggiori.

- RETTORE:  l'istituzione universitaria è diventata teatro di lotte di potere che collegano direttamente Parma e i Palazzi romani! Per 'legittimare' la proroga del Rettore è stata inserita una norma piccola-piccola "ad Rettorem" nelle migliaia di norme sulla Spending Review: fatta la legge, scoperto l'inganno! Così il nostro Magnifico, dall'alto delle sue due proroghe, può continuare a dormire sonni tranquilli. TUTTO QUESTO E' INACCETTABILE.

- LA CITTADINANZA STUDENTESCA: fondamentale è che gli studenti di Parma, che contribuiscono in modo non indifferente all'economia della città, vengano considerati cittadini a tutti gli effetti. Chiederemo al Comune una collaborazione relativa agli affitti, vigilando sui contratti in nero,  alle utenze (i fuori sede pagano il 30% in più) e ai trasporti».

Anche i rappresentanti dell’Udu mettono le tasse al primo posto tra i propositi: «Uno dei temi su cui ormai stiamo lavorando da tempo è quello delle tasse. vogliamo infatti che il nuovo sistema di tassazione non sia più diviso in fasce di ISEE ma che ogni studente paghi la tassa universitaria in proporzione al suo reale ISEE. L'obiettivo è quello di alleggerire la pressione sulle fasce più deboli cosa che ad oggi assolutamente non avviene. Altro punto su cui si sta lavorando da tempo è il diritto allo studio nel suo insieme. Chiediamo infatti che il nostro ateneo eroghi più servizi, da convenzioni sui trasporti, a delle convenzioni sull'assistenza sanitaria per gli studenti fuori sede, a mense con prezzi calmierati a misura di studente. Ulteriore obiettivo è quello di migliorare la didattica del nostro ateneo a partire dall'applicazione della carta dei diritti degli studenti approvata dal consiglio nazionale degli studenti universitari, carta che prevede ad esempio un numero minimo di appelli durante l'anno, l'introduzione della figura dello studente lavoratore, strutture adeguate per una reale fruizione dei corsi, ecc...».

A Daniele Braghiroli (coordinatore di Student Office) preme innanzitutto fare chiarezza rispetto al nuovo assetto universitario scaturito dalla riforma dello scorso anno: «Molti studenti che abbiamo incontrato non sanno dei cambiamenti (di forma ma anche sostanziali) che sono avvenuti nei luoghi dove studiano ogni giorno; in questo, insieme all'Ateneo, saremo presenti. Grande attenzione sarà poi data al diritto allo studio: copertura totale delle borse di studio per gli idonei, favorire il finanziamento di borse di studio da parte di privati, prezzi più adeguati per le mense; in questo saremo una presenza vigile e costruttiva. Altro tema fondamentale è la didattica: appelli, piani di studio, biblioteche e visite didattiche, solo per citare qualche esempio. Una didattica di qualità aiuta a riscoprire la vera essenza dell’Università, ovvero un luogo di incontro e confronto tra chi desidera imparare, noi studenti, e chi desidera insegnarci. Spesso il rischio è vivere l’università solo come momento di passaggio, un pedaggio da pagare per trovare un lavoro in futuro, perdendosi quindi il gusto di questo importante momento. Per questo riteniamo la didattica un campo di lavoro privilegiato. Da questo stesso spirito nasce una passione per la dimensione culturale: partendo dalle problematiche che incontriamo a lezione, quindi senza doverci inventare nulla, abbiamo scoperto il gusto di approfondire tutto per vivere l'università e lo studio in modo pieno e vero; per questo abbiamo, ad esempio nell'ultimo anno, organizzato una mostra sulla storia dell'Italia chiamata "150 anni di sussidiarietà" in cui abbiamo scoperto come in un momento di crisi l'alternativa non sia tra la risposta ideologica e la rassegnazione, ma sia invece di ricostruire ripartendo dalla quotidianità; abbiamo poi organizzato un incontro in cui a tema era il TFA e l'abilitazione all'insegnamento: partendo dai dubbi di alcuni amici abbiamo deciso di preparare questo incontro per aiutarci a sciogliere i dubbi e riscoprire insieme dove sta il gusto dell'insegnare». 

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