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Barilla, a Rubbiano nuovo investimento da 28 milioni: lo stabilimento produrrà fra 15mila e 18mila tonnellate di sughi all'anno

Nel suo genere lo stabilimento di Rubbiano è un impianto produttivo complesso, all’interno del quale vengono gestite 130 ricette, 50 ingredienti, 110 item-code (strumento indispensabile per la tracciabilità)

Capacità produttiva al massimo, più occupazione, più sostenibilità. Barilla continua ad investire nello stabilimento di produzione dei sughi di Rubbiano con la quinta linea produttiva per i pesti e una prospettiva di crescita dell'organico e dell'indotto. 

Il comprensorio produttivo Barilla di Rubbiano ha due «grandi anime»: lo stabilimento dedicato ai prodotti da forno e quello dei sughi. Il più grande e sostenibile sughificio d'Europa, sottolinea l'azienda, che sta raccogliendo i frutti dei più recenti, corposi investimenti: la nuova linea pesti, un potente impianto fotovoltaico, nuovi addetti e una sorpresa per il pubblico. Un'opera d'arte che sarà visibile dall'A15.

Un investimento da 28 milioni

La principale novità è il completamento della nuova linea produttiva, frutto di un investimento di 28 milioni di euro (per un totale di 137 milioni da 11 anni a questa parte). La nuova linea è lunga 138 metri e può produrre fra 15mila e 18mila tonnellate di sughi all'anno. Nel suo genere lo stabilimento di Rubbiano è un impianto produttivo complesso, all’interno del quale vengono gestite 130 ricette, 50 ingredienti, 110 item-code (strumento indispensabile per la tracciabilità). Una ricetta in produzione prevede la presenza di un team di lavoro, per ogni turno, composto mediamente da 23 persone.

La quinta linea è stata installata in un'area all’interno dello stabilimento già predisposta; realizzati anche nuovi locali di servizio. «Rubbiano sughi nasce veramente con l’idea che tutto è pensato per il futuro - dice il direttore di stabilimento Giancarlo Minervini, richiamando una famosa frase di Pietro Barilla -. Tra l'altro quando lo stabilimento fu progettato, il tetto fu pensato per una futura installazione del fotovoltaico. Opportunità, quest’ultima, colta nel 2023 con la decisione di installare un potente impianto fotovoltaico, la cui attivazione è prevista a inizio 2024.». Il segmento dei sughi rappresenta il 4/5% dei volumi di produzione del gruppo Barilla; dalla fine degli anni '60 ha conosciuto una crescita graduale ma strutturale, fino alla decisione di produrli internamente. Nel 2012 l'inaugurazione dello stabilimento, alla presenza dell'allora premier Mario Monti. C'erano due linee produttive per una capacità di 60mila tonnellate di prodotto all'anno. Capacità raddoppiata nel 2018. Ora Rubbiano sughi è alla sua massima espansione, con cinque linee produttive per circa 130mila tonnellate annue.

«Nel tempo, la sfida è stata quella di trasferire gli aspetti più artigianali della preparazione di sughi e pesti su scala industriale, con l'obiettivo di preservare e garantire la bontà e la salubrità dei prodotti», sottolinea il direttore.

Sostenibilità a 360 gradi

«L'obiettivo è produrre pesti e sughi nelle quantità richieste dal mercato, rispettando i più alti standard di qualità, igiene e sicurezza alimentare, affiancato da  un forte impegno per garantire e migliorare sempre la sicurezza delle persone, l'impatto sull'ambiente e l'efficienza - continua -. Per noi la sostenibilità è un impegno a 360 gradi. I nostri prodotti non contengono conservanti, la sicurezza alimentare è garantita attraverso trattamenti termici dedicati e abbiamo norme igieniche molto restrittive per esempio per garantire che i nostri prodotti siano senza glutine. Anche l'impatto sul pianeta e l'utilizzo delle risorse è in cima alle nostre priorità: preleviamo acqua dal fiume, la purifichiamo, la utilizziamo e ne restituiamo l'80%, sempre in fiume, dopo depurazione. E poi l'impegno alla riduzione continua delle emissioni di anidride carbonica: -28% in dieci anni». Bene anche il riciclo: su più di 10.000 tonnellate di rifiuti prodotti, il 94% viene riciclato. «I fanghi e il sugo di scarto alimentano la produzione di biogas, così come i residui alimentari, che possono in alternativa anche diventare concimi. Pieno riciclo per vetro, metalli, carta e cartone. Infine, la plastica viene in larga misura rigenerata da aziende specializzate e poi riutilizzata nello stabilimento».

Occupazione: le figure ricercate

Nello stabilimento dei sughi Barilla lavorano al momento 340 persone circa, che diventano 390 circa durante la campagna del basilico. Ma considerando l’indotto si arriva a superare le 500 persone che gravitano nell'area produttiva. Tutte cifre destinate a consolidarsi. «Fra i dipendenti abbiamo un buon bilanciamento di genere: 52% donne, 48% uomini - spiega Minervini -. Nel periodo 2020-2023 abbiamo assunto 107 persone a tempo indeterminato. E assumeremo ancora in futuro, perché la crescita del business richiede investimenti sulle Persone e sul loro percorso di sviluppo professionale oltre a generare importanti opportunità di impiego  per tutto l’indotto». Opportunità che si rivolgono in primis all'Appennino e a tutta l'area circostante. Il legame con il territorio si concretizza in tante forme: ad esempio, una nuova donazione di un'ambulanza nei prossimi mesi alla Croce Verde fornovese; e una collaborazione con la squadra paralimpica del Real Sala Baganza.  

Le figure ricercate in questa fase? Operatori per i reparti produttivi ma anche tecnici per i laboratori (analisi degli ingredienti, analisi chimiche e microbiologiche), tecnici elettricisti e meccanici per le manutenzioni e laureati per le funzioni di staff dello Stabilimento. Lo stabilimento è ad altissima automazione, che però qui non va a discapito dell'occupazione. Automazione e digitalizzazione si intrecciano con la manualità delle cucine di preparazione dei sughi».

Il tetto dello stabilimento dei sughi Barilla a Rubbiano. L’azienda ha completato l’installazione di un potente impianto fotovoltaico, la cui andata a regime è prevista a inizio 2024. L’energia autoprodotta contribuirà così agli obiettivi di sostenibilità dell’azienda e chiaramente anche al contenimento dei costi. Alcune cifre: superficie totale dell’impianto circa 10mila metri quadrati, potenza 1,49 MW, produzione stimata 1,7 milioni kWh all’anno. Il nuovo impianto garantirà fra 8 e 10% del fabbisogno energetico della fabbrica e consentirà di risparmiare l’emissione in atmosfera di più di 767 tonnellate di anidride carbonica: una quantità equivalente a quella assorbita In un anno da più di 8000 alberi di acero campestre. In termini di estensione è il più grande del Parmense.

La facciata dei magazzini che dà sull’autostrada diventerà... un’opera d’arte. Sulla parete prospiciente l’Autocisa sarà realizzata, nei prossimi mesi, una coloratissima opera alta dieci metri. Un «installazione» dedicata al pesto alla genovese: la foglia di basilico, il vasetto che si apre, la rappresentazione dell’aroma di questo prodotto saranno alcuni degli «ingredienti» dell'opera, che si preannuncia molto colorata e attrattiva. Il progetto è stato commissionato a «un artista di fama internazionale» che ha già realizzato opere nelle principali città europee. Ma per ora dal gruppo alimentare non trapela di più.

Il pesto alla genovese fa la parte del leone nei volumi di produzione. Fra i sughi spicca quello Pomodoro e basilico. Il mercato dei pesti si conferma in crescita, con Barilla in una posizione di leadership. Nei primi 6 mesi del 2023, il mercato del pesto è cresciuto in modo significativo più nel valore (+20% rispetto allo stesso periodo del 2022) che nei volumi (+6%), per effetto dell'inflazione. Il trend comunque è positivo e Barilla si conferma leader mondiale della categoria Pesto con il 37,8% di quota a valore globale, continuando a crescere nei suoi mercati principali: Italia, Germania, Francia. In Italia Barilla cresce del 31% nelle vendite a valore e aumenta la quota di mercato a valore (+2,6%). Medesimo trend in Francia: +25% le vendite a valore; quota di mercato a valore +0,8% rispetto al primo semestre 2022. Qui il pesto Barilla è leader di categoria e traina la crescita del mercato. Quadro in ripresa poi in Germania. Il primo semestre di quest'anno è stato difficile - le private label hanno dominato il mercato grazie ad un posizionamento di prezzo “aggressivo” - ma ora si registra un’inversione del trend: +31% le vendite a valore per Barilla, +1,7% la quota di mercato a valore in giugno.

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