Spi Cgil: "L'aumento dei salari di colf e badanti non gravi sulle famiglie"
Necessarie misure di sostegno per l'assistenza ad anziani fragili e non autosufficienti
Dal 1° gennaio è entrato in vigore il nuovo aumento per i salari di lavoratori e lavoratrici domestiche, come colf e badanti, che crescono del 9,2% (adeguate all’80% dell’inflazione).
Un provvedimento giusto e necessario per lavoratrici e lavoratori, spesso immigrati, che svolgono un’attività gravosa di assistenza ai nostri anziani; del resto l’importanza di garantire ai più fragili un’assistenza di qualità si concretizza attraverso un regolare contratto di lavoro.
“Questo aumento degli stipendi però è destinato a gravare sui conti delle famiglie, soprattutto quelle che necessitano di assistenza continuativa con figure assunte per orari lunghi e spesso conviventi -precisa Valentina Anelli, segretaria generale Spi Cgil Parma- In tempi di inflazione alta che erode il potere d’acquisto di salari e pensioni crediamo che questo provvedimento debba essere accompagnato da misure di sostegno alle famiglie. Quello di colf e badanti è per molti anziani non autosufficienti un servizio irrinunciabile, per questo chiediamo con forza che si attui al più presto la piena rivalutazione delle pensioni e l’aumento della 14esima che tutela le pensioni basse”.
In Emilia-Romagna, ha sottolineato lo Spi regionale in una nota, è necessario un aumento consistente del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza e una profonda riforma dell’assistenza domiciliare. A livello nazionale, Cgil e Spi rinnovano due richieste fondamentali: che sia approvata subito la Legge sulla Non Autosufficienza (accompagnata da un forte aumento del Fondo Nazionale per la non autosufficienza), che definisca i servizi essenziali da garantire a tutta la popolazione; una riforma fiscale che, valorizzando criteri di equità e progressività, riconosca alle famiglie che si fanno carico dei costi dell’assistenza specifica erogata dalle assistenti famigliari, un aumento consistente delle agevolazioni fiscali.