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Economia

Cna Parma, gli imprenditori devono lavorare 189 giorni per pagare le tasse

L’anno scorso la tassazione media sulle imprese è scesa al 52,7%

La 77^ Assemblea Annuale di CNA Parma, che si è tenuta ieri Giovedì 22 Giugno presso la Sede della Provincia di Parma, è stata un importante momento di confronto e di analisi sul tema della tassazione sulla piccola impresa. Il convegno è iniziato con i saluti istituzionali di Andrea Massari Presidente della Provincia di Parma, Barbara Lori Ass. Regione Emilia Romagna, Michele Guerra, Sindaco del Comune di Parma e sono poi proseguiti con l’introduzione del Presidente di CNA Parma Paolo Giuffredi il quale ha affermato: “La pressione fiscale è uno dei temi caldi al centro del dibattito politico, però quando si parla di pressione fiscale sulle aziende capita spesso che il tema non venga inquadrato nel modo corretto. Il numero che viene spesso citato sui giornali è il dato della pressione fiscale elaborato dall’ISTAT, ossia il rapporto tra le entrate tributarie e contributive sul PIL, che nel 2022 ha raggiunto il 43,5%.  Si tratta però di un numero che non rappresenta la reale misura del carico fiscale che grava sulle piccole imprese. Nel nostro paese non esiste una sola tipologia di pressione fiscale, bensì tante pressioni fiscali, che cambiano secondo la natura del soggetto che realizza il reddito e in base alla natura del reddito stesso. Ebbene per una volta abbiamo una buona notizia, da questo punto di vista la situazione è migliorata, sia a livello nazionale che nella nostra città. L’anno scorso, infatti la tassazione media sulle imprese è scesa al 52,7%.  Nel 2018 era al 61,4%. Un calo di quasi 9 punti percentuali reso possibile grazie alla deduzione Imu del 100%, l’eliminazione dell’Irap e la rimodulazione dell’Irpef, tutti interventi sollecitati da anni dalla nostra Confederazione. Non possiamo certo ascriverci l’intero merito di questo risultato, ma certo CNA ha fatto la sua parte e ha avuto un ruolo determinante”.

In seguito, ha avuto inizio il convegno con la presentazione dello studio dell’Osservatorio di CNA Nazionale, dal titolo: “Comune che vai fisco che trovi”, a cura di Claudio Carpentieri, Resp. del Dipartimento Politiche Fiscali e Societarie di CNA Nazionale. Su 365 giorni, gli imprenditori di Parma ne devono lavorare 189 per pagare i tributi. Ne restano 176 per iniziare a guadagnare per sé. In sostanza, la metà del lavoro se ne va in tasse. È quanto emerge dal rapporto, “Comune che vai fisco che trovi”, giunto alla VI edizione, una preziosa e dettagliata fotografia che evidenzia in modo puntuale il peso esercitato dal fisco sul reddito delle piccole imprese e come questo evolve nel tempo e come varia nei diversi capoluoghi di provincia italiani. Il Dott. Claudio Carpentieri ha sottolineato che Il Total Tax Rate registrato nel 2022 mediamente in Italia è del 52,7%, mentre nel 2021 era del 60,2%. “Una riduzione di ben 7,5 punti è importante. Nonostante ciò, le imprese sono tenute a perdere più del 50% in imposte, tasse e contributi. Parma, con un Total Tax Rate del 51,8%, si posiziona al 40° posto della classifica dei 114 comuni capoluogo di provincia. Gli imprenditori residenti nel comune di Parma devono lavorare fino al 7 luglio per pagare i tributi. In Emilia-Romagna, meglio solo Ferrara con 51,1%, Piacenza con 51,1 % e meglio di tutte Reggio Emilia con un Total Tax Rate del 51%. Servono, pertanto, ancora risposte per abbassare e rendere più equa la tassazione sulle imprese. Il sistema fiscale italiano rappresenta un paradosso. Siamo riusciti a costruire nel tempo un sistema fiscale che oltre ad essere molto complicato è anche profondamente iniquo. Occorre eliminare le iniquità, allineando le detrazioni fiscali dall’IRPEF, ora diversificate secondo la natura del reddito. Inoltre, occorre consentire anche alle imprese personali di adottare un sistema di tassazione del reddito allineato a quello delle società di capitali, distinguendo cioè la tassazione del reddito che viene lasciato in azienda per gli investimenti da quello prelevato dai soci per i consumi personali. Inoltre, è assolutamente urgente una riforma dei criteri per definire i valori commerciali degli immobili strumentali delle imprese, al fine di allinearli ai valori di mercato. Come occorre premiare fiscalmente le imprese più efficienti ed efficaci, tassando in modo ridotto il reddito che identifica la loro efficienza”.

La seconda parte del convegno è poi proseguita con la conversazione dal titolo: “Pressione fiscale sul reddito delle piccole imprese”, condotta dal giornalista del Sole 24 Ore Gianni Trovati, durante la quale si è entrati nel vivo di uno stimolante confronto tra gli ospiti presenti: Francesco Castria, Presidente Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Parma, l’On. Laura Cavandoli, Membro della Camera dei Deputati, Commissione Finanze e l’On. Paola De Micheli, Membro della Camera dei Deputati, Commissione Attività Produttive. Al termine, il Presidente di CNA Emilia Romagna Paolo Cavini ha affermato: “Dall’Osservatorio sul fisco, sono evidenti delle profonde differenze di tassazione basate su chi è il soggetto di reddito e dove si trova. E questo non va bene, perché così è difficilissimo avere certezza ed equità che, sottolineo, è o dovrebbe essere lo scopo di qualunque tassazione. Noi imprenditori lo sappiamo bene: le tasse rappresentano una delle sfide principali per le nostre aziende, la pressione fiscale è molto alta, senza contare anche tutti gli oneri burocratici con cui ci dobbiamo quotidianamente confrontare. Le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori hanno bisogno di un fisco più leggero, più semplice e più equo. Al Governo e alle forze politiche ricordo che il 98% delle imprese italiane è di piccole dimensioni, i cardini del nostro sistema economico sono sulle nostre spalle. È un onore, ma anche un onere di cui sentiamo tutto il peso. È il momento di una riforma fiscale ambiziosa che consenta ai nostri sistemi imprenditoriali un nuovo slancio”.

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