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Economia

Pomodoro, trattativa senza accordo, Confagricoltura Parma: si riapra il confronto

Nel Parmense il pomodoro da industria è coltivato in un area di circa 4.000 ettari

“Va riaperta la trattativa per definire il prezzo del pomodoro da industria del Nord Italia. È un’azione necessaria per il bene di tutta la filiera”. La richiesta arriva da Confagricoltura Parma a seguito della conclusione della trattativa, annunciata da Anicav (Associazione nazionale delle industrie delle conserve alimentari vegetali), relativa alla definizione dell’Accordo quadro dell’area Nord Italia

“Stiamo vivendo una situazione senza precedenti - spiega Confagricoltura Parma -. Non era mai accaduto, a nostra memoria, che la trattativa per la definizione dell’Accordo quadro dell’area Nord Italia fosse dichiarata conclusa, in maniera irrevocabile, senza arrivare alla sottoscrizione di un accordo che definisse il prezzo di riferimento per l’annata in corso”. 

“Anicav - entra nel dettaglio Confagricoltura - ha invitato le industrie a procedere autonomamente per sottoscrivere accordi con i singoli produttori. Quest’azione darebbe il via ad una vera e propria ‘deregulation’ rispetto alle regole che hanno sempre consentito, pur tra difficoltà e diverse posizioni, di trovare un accordo tra produttori di pomodoro e trasformatori. Sarebbe uno strappo che pregiudicherebbe le relazioni di filiera vanificando l’importante ruolo delle Organizzazioni di produttori e mettendo in discussione le regole condivise e la rilevanza di azioni quali il monitoraggio delle consegne, il controllo della qualità e delle certificazioni oggi in capo all’Oi Pomodoro da industria del Nord Italia, organo costituito anni fa da imprenditori che hanno scritto la storia dell’industria conserviera a Parma. 

  Per queste ragioni - conclude Confagricoltura Parma - riteniamo sia necessario fare tutto quanto possibile affinché la trattativa, al momento dichiarata conclusa, possa essere riaperta. Per ricucire lo strappo fondamentale potrebbe essere il ruolo della parte politica per compiere quell’attività di mediazione necessaria affinché trasformatori e produttori, con i rispettivi organi di rappresentanza, possano trovare l’intesa per un Accordo quadro che è sempre stato, prima di tutto, una forma di garanzia reciproca rispetto ad una corretta programmazione e ad un’equa remunerazione”. 

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