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Grande successo al Parma Film Festival per l'incontro con il Premio Oscar Jeremy Thomas

Nel segno di Bertolucci: "Bernardo, un po' come me, era interessato dall'idea della reincarnazione all'interno della società occidentale, e la nostra ricerca è stata un vero e proprio pellegrinaggio di atmosfere"

Un incontro intenso ed emozionante, quello che ieri sera ha visto protagonista al Teatro Del Parco Jeremy Thomas: il produttore Premio Oscar, infatti, in occasione dei 30 anni di Piccolo Buddha ha partecipato all’evento della Fondazione Bernardo Bertolucci. Prima della proiezione della pellicola diretta da Bernardo Bertolucci, proposta in versione restaurata, il celebre produttore è stato intervistato dal critico, regista, saggista e curatore Marcello Garofalo, che descrive la sua cifra stilistica come un “bilanciamento perfetto tra spettacolarità e cinema d’autore”. Il Teatro del Parco ospita anche una mostra del backstage del film dei fotografi Alessia Bulgari e Angelo Novi, che durerà fino a fine dicembre, mentre fino al 30 novembre - tutti i giorni dalle 19:00 alle 23:00 - a Palazzo della Pilotta, ci sarà un video mapping del backstage del film, realizzato dal fotografo Basil Pao e proposto su gentile concessione del Complesso Monumentale della Pilotta-Ministero della Cultura. I tre eventi sono stati realizzati dalla Fondazione Bernardo Bertolucci, in collaborazione con Parma Film Festival, Fondazione Solares e Smeg. 

Il film, inizialmente, doveva chiamarsi solo Buddha - racconta Thomas - ma il generoso finanziatore francese che ha permesso la realizzazione del film ci ha chiesto di aggiungere “piccolo”. Io ero così entusiasta di aver trovato i soldi che ho acconsentito subito. Oggi non si girano più i film andando nei posti in cui sono ambientati, ma si ricreano. I documentari, per fortuna, lo fanno ancora. C'è un feeling speciale nel realizzare film nei posti reali, senza utilizzare eccessiva tecnologia. Per me Piccolo Buddha è stato l’ultimo film epico dell’era del pre-digitale. Per farlo abbiamo dovuto attraversare tre continenti, facendo viaggi lunghissimi che ci hanno permesso di conoscere posti nuovi.”

E su Bertolucci aggiunge: "Bernardo, un po' come me, era interessato dall'idea della reincarnazione all'interno della società occidentale, e la nostra ricerca è stata un vero e proprio pellegrinaggio di atmosfere. Ha fatto sempre scelte coraggiose, come portare il cinema italiano fuori dai suoi confini, realizzando film in luoghi esotici, e il tempo ci ha dato ragione. Piccolo Buddha è stato per me un film ancora più grande rispetto a L'ultimo imperatore; perciò, è stato difficile trovare i fondi.”

"Ho avuto l'opportunità di guardare tanti film provenienti da culture diverse grazie alla mia famiglia - racconta Thomas - ho amato almeno il 90% dei film che ho prodotto, seguendo sempre il mio gusto cinematografico. Il viaggio per realizzare un film provoca una dolce malinconia, e la soddisfazione arriva con il passare del tempo. Se mi chiedete, però, cosa mi fa decidere di produrre un film la risposta è solo una, devo essere matto!

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