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Venerdì, 26 Aprile 2024
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'Verdi Re Lear': debutto assoluto al Festival Verdi per la creazione di Lenz Fondazione

L’opera ‘assente’ di Giuseppe Verdi rinnova e amplia la collaborazione con il compositore di musica elettronica Robin Rimbaud aka Scanner e con il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Prima assoluta l’11 ottobre, con il pubblico dinamico invitato a transitare fra gli spazi post-industriali di Lenz

L’opera ‘assente’ di Giuseppe Verdi rinnova e amplia la collaborazione con il compositore di musica elettronica Robin Rimbaud aka Scanner e con il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Prima assoluta l’11 ottobre, con il pubblico dinamico invitato a transitare fra gli spazi post-industriali di Lenz Teatro. «È un’ulteriore, audace e potente indagine drammaturgica tra passato e presente, tra memoria e contemporaneità, quella compiuta da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, progetto attorno e dentro a un’opera che non esiste, della quale si hanno tracce sparse, indizi frammentati. L’incompiuta è il Re Lear di Giuseppe Verdi, opera mai musicata e di cui esiste solo il libretto di Antonio Somma contenente le correzioni dello stesso compositore. Opera sempre desiderata, tesa a scavare nell’animo della figura del re/padre/folle, ma mai portata a compimento». Il noto critico teatrale Giuseppe Distefano, dopo la prima presentazione di Verdi Re Lear - L’Opera che non c’è_Premessa alla 19a edizione del Festival Internazionale Natura Dèi Teatri nel dicembre scorso, annota: «La visione pittorica-installativa è la silhouette di un gruppo immobile disposto attorno a un trono posto sul fondo della scatola scenica e reso evanescente dai tre velari trasparenti dove, a più livelli di proiezioni, scorrono le immagini di un uomo, Lear, di cui udiamo la voce. 

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Sui dettagli del suo corpo, raggomitolato o accasciato, indugia l’occhio della telecamera quasi a farne una mappatura, indagandone i moti e le ferite dell’anima […] Trovano altri momenti di autentica emozione le plastiche deposizioni dal trono a terra, il lento incedere e posizionarsi, il trascinare una corda al guinzaglio e le “arie” sparse – nel finale dal Simon Boccanegra, “Come in quest’ora bruna…” – che costellano l’universo verdiano sulla tragedia della paternità, resa da Lenz epifania scenica del desiderio». Dopo la Premessa, Lenz Fondazione si prepara a debuttare con Verdi Re Lear nell’ambito del prestigioso Festival Verdi di Parma domenica 11 ottobre 2015 alle ore 21 (repliche il 12, 13 e 14 ottobre alla stessa ora). Lo spettacolo compiuto si propone come «un simulacro d’opera d’arte performativa e musicale che trae dal Lear di William Shakespeare e dal Lear di Giuseppe Verdi gli elementi fondamentali alla sua manifestazione», combinando due presenze dal vivo all’apparenza decisamente dissimili: il compositore di musica elettronica inglese Robin Rimbaud aka Scanner e i cantanti del Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Si tratta di un audace accostamento nato e proseguito per la volontà di sperimentare nuove forme di intreccio creativo tra melodramma, nuova composizione, scenografia reale e virtuale, stile di recitazione e di canto, musica unplugged ed elettronica.

Verdi Re Lear abiterà le due grandi sale di Lenz Teatro, con il pubblico dinamico invitato a transitare fra i due spazi. Maria Federica Maestri, che dello spettacolo cura drammaturgia dello spazio, installazioni e costumi, suggerisce i motivi di questa scelta inconsueta: «La concatenazione temporale di due piani spaziali separati conserva ed esalta la duplicità dell’immagine semi-virtuale di quest’opera che collega reale e non reale, tracce e desideri: la materialità dei corpi, dialogando con l’immaterialità dell’immagine, genera un’immagine-sogno. Costruita per strappi, sottrazioni e salti, l’immagine semi-virtuale produce un continuo sganciamento dall’immagine coerente del mondo; analogamente gli spettatori in fruizione delocalizzata, in transito soggettivo, nel passaggio da spazio a spazio, perdono l’unità e la linearità drammatica della visione tradizionale, e in totale assonanza con la forma artistica del lavoro - dare forma scenica ad un desiderio - ricompongono una propria personale opera-ricordo».

Conclude Francesco Pititto, responsabile di ricerca, drammaturgia, imagoturgia e regia  di questo progetto siderale: «Dare forma a un desiderio, dopo averne scandagliato gli impulsi primari e le manifestazioni più nascoste, è percorso affascinante di ogni ricerca linguistica; vestire un fantasma e vederlo muoversi solo attraverso il movimento delle stoffe è già averlo consegnato al mondo reale che, shakespearianamente, è fatto di sogni e di niente».

Dunque è in questo territorio fatto di frammenti sparsi, detriti, elementi magnetici e ritorni che si disegna la costellazione che sta intorno alla versione di Lenz. Per questa ragione ne deriva un Re Lear fantasmatico, in cui sia la composizione scenografico-installativa firmata da Maria Federica Maestri, che l’imagoturgia di Francesco Pititto, lo enunciano dichiaratamente, dando luogo a una continua sfocatura – un’impossibilità a vedere chiaramente – che produce sospensione, come in una evocazione o una evaporazione: in ogni caso, un’epifania inattesa.

La consulenza musicale per la selezione dei brani di repertorio di Verdi Re Lear è del M° Carla Delfrate, la consulente al canto è la Prof. Donatella Saccardi. Performer: Valentina Barbarini (Cordelia/Delia), Barbara Voghera (Fool/Mica), Giuseppe Barigazzi (Lear in immagine). Cantanti: Haruka Takahashi (Regan/Regana, soprano), Ekaterina Chekmareva (Goneril/Gonerilla, mezzosoprano), Gaetano Vinciguerra (doppio Lear, baritono), Lorenzo Bonomi (doppio Lear/Edgar/Edgardo, baritono), Andrea Pellegrini (doppio Lear, basso), Adriano Gramigni (Gloucester, basso). Voce over di Rocco Caccavari. In scena Rocco Caccavari, Paolo Maccini, Franck Berzieri, Carlo Destro e Paolo Pediri. Assistente alla regia: Valeria Borelli. La direzione tecnica è di Alice Scartapacchio, la produzione è di Lenz Fondazione. Verdi Re Lear è realizzato in collaborazione con il Conservatorio di Musica “A. Boito” di Parma.

EVENTI COLLATERALI -  Oltre alla anteprima di Verdi Re Lear di sabato 10 ottobre, inserita nel prestigioso calendario dell’undicesima Giornata del Contemporaneo organizzata a livello nazionale da AMACI, sono in programma due occasioni di avvicinamento a questa stratificata creazione. Il 2 ottobre alle ore 17.30, al Ridotto del Teatro Regio di Parma, Maria Federica Maestri, Francesco Pititto, Carla Delfrate e Donatella Saccardi incontreranno il pubblico. Il 13 ottobre dalle ore 16 alle ore 19 sarà organizzato a Lenz Teatro il convegno Teatri del suono, coordinato da Enrico Pitozzi (Docente presso l’Università di Bologna), con la partecipazione di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto (Lenz Fondazione), Robin Rimbaud aka Scanner (Compositore), Massimo Marino (Docente presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma), Helga Finter (Docente presso l’Università di Giessen - Germania) e Marco Capra (Docente presso l’Università di Parma e vicepresidente dell’Istituto Studi Verdiani). Curatrice: Valeria Borelli.

I progetti artistici di Lenz Fondazione sono realizzati con il sostegno di MiBACT – Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, Provincia di Parma, Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche AUSL Parma, Fondazione Monte, Banca Monte, Camera di Commercio di Parma, in collaborazione con Isrec – Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Parma e Conservatorio di Musica A. Boito e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Parma. Lenz Teatro si trova in via Pasubio 3/e a Parma. Per informazioni: tel. 0521 270141, info@lenzfondazione.it, www.lenzfondazione.it. Per prenotazioni: Biglietteria del Teatro Regio di Parma, via Garibaldi 16/a, tel. 0521 203999, biglietteria@teatroregioparma.it, www.teatroregioparma.it. (da un frammento della scheda critica di Enrico Pitozzi Spectra. Anatomia per un teatro di voci)

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