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Europa Verde: “Futuro dell’aeroporto già scritto”

“Alla luce del voto in Consiglio comunale e dell'approvazione del masterplan 2018-2025 da parte della Conferenza dei Servizi”

Lungo intervento di Europa Verde sul caso aeroporto: "Non ci vogliono particolari doti divinatorie per delineare i futuri sviluppi dell'aeroporto dopo il via libera del consiglio comunale e la conseguente approvazione, da parte della conferenza dei servizi, del progetto di allungamento della pista e realizzazione di hangar e piazzali cargo. Sogeap non pare avere né la forza finanziaria né la capacità manageriale per portarlo avanti. Il quadro economico dell’investimento non tiene conto del costo degli espropri, della risoluzione delle interferenze e degli interventi di compensazione previsti dalle prescrizioni. Un costo certamente superiore ai 12 milioni di euro stanziati dallo Stato per i lavori di ampliamento dell’aeroporto". 

E ancora: "Finanziarli a debito appesantirebbe ulteriormente il già deficitario conto economico della società che, ricordiamo, da ormai 20 anni presenta una perdita media di 3,5 milioni di euro. Basta leggere le carte del progetto per capire che questa perdita proseguirà anche nei prossimi anni.  Fino ad almeno il 2025, per i vincoli connessi con le norme sugli aiuti di Stato, l’aeroporto non potrà superare i 200.000 passeggeri, ovvero meno del traffico degli anni migliori. Il cargo, con una previsione di 22.000 tonnellate, per poter bilanciare le perdite dovrebbe generare utili per singola tonnellata fantasmagorici, fuori da qualsiasi logica di mercato".

Si legge ancora: "E’ del tutto evidente che l’Unione Parmense Industriali (UPI), principale socio di So.Ge.A.P., non può permettersi un altro triennio di perdite, che saranno in linea se non superiori a quelle dei precedenti bilanci. Il vero obiettivo dietro l’approvazione del progetto cargo non è dunque realizzarlo e gestirlo, ma avere un asset per potere vendere la società aeroportuale, altrimenti senza valore, a qualche operatore nazionale od internazionale molto più attrezzato sul piano finanziario ed operativo. Un Krause degli aeroporti, con buona pace della tutela della parmigianità (!) tanto lodata dai consiglieri di destra perché UPI potesse sentire. Se, ed è il se decisivo, SoGe.A.P. trova rapidamente un simile acquirente, il futuro appare già scritto. Non ci vuole un incarico ad un esperto di aeroporti per capire che l’intervento di ampliamento contenuto nel masterplan 2018-2025 non è di per sé sufficiente a sviluppare un traffico cargo e passeggeri redditizio".

Poi: "Per fare volumi ed economia di scala e garantire servizi a prezzi concorrenziali mancano hangar, piazzali, adeguati terminal, spazi commerciali, parcheggi. Basta dire che l’aeroporto di Montichiari, che è già ora hub merci per Poste e Dhl e movimenta circa 40.000 tonnellate di merci all’anno, investirà 50 milioni di euro con l’obiettivo di decuplicare i suoi volumi di traffico al 2032. Il valore del masterplan di SoGe.A.P. sta solo nel fatto che apre la strada all’utilizzo cargo grazie all’allungamento della pista. E’ un primo embrione che, per poter stare in piedi, deve essere ulteriormente sviluppato. Se si troverà un operatore disposto a rilevare So.Ge.A.P. di certo non potrà accontentarsi delle previsioni dell’attuale masterplan. Per stringenti ragioni di sostenibilità economica, ne dovrà presentare un altro, diciamo al 2035, magari già pronto in qualche cassetto, promettendo investimenti almeno comparabili a quelli dell’aeroporto bresciano".

Ovviamente "questo operatore si presenterà dall’amministrazione comunale e dirà: o ci sostenete il progetto, con tutte le varianti urbanistiche necessarie e con nuovi spazi, come per esempio l’ex mercato bestiame, o noi non veniamo e addio investimenti e sviluppo. A quel punto dall’Unione Industriali e a cascata dalla politica locale si solleverà un coro che a Parma è ormai più ripetuto di quello del Nabucco: non possiamo permettercelo, l'aeroporto non può chiudere, non si può rinunciare agli investimenti, le infrastrutture servono per lo sviluppo, eccetera, eccetera. Nessuno si ricorderà più del principio di contrarietà espresso in una delibera che dà il via libera ai cargo e tutti si inchineranno al nuovo masterplan.  Nel frattempo, la miriade di progetti di poli logistici incombenti sul territorio troveranno nuovo slancio e giustificazione. La trasformazione di Parma in cargo city e la definitiva morte della Food Valley sarà infine sancita".

Infine: "Sembra un incubo, ma in realtà è  un futuro probabile, che poteva essere tolto dal novero di quelli possibili, se solo la Giunta e il Consiglio comunale si fossero espressi contro il progetto in coerenza con le dichiarazioni e gli impegni elettorali.  La Regione non avrebbe potuto firmare l’intesa con lo Stato per la conformità urbanistica e la palla sarebbe passata al Consiglio dei Ministri che avrebbe potuto sì procedere in difformità, ma solo con un passaggio in commissione interparlamentare e un Decreto del Presidente della Repubblica. Cose che si fanno per infrastrutture strategiche di rilevanza nazionale come l’Alta Velocità, non certo per un aeroporto marginale che nel Piano nazionale degli aeroporti non rientra nemmeno tra quelli cargo. L’amministrazione comunale, con il no alla conformità urbanistica, aveva la chiave per fermare il progetto di allungamento della pista e questo spiega anche l’inusitata campagna mediatica lanciata da SoGe.A.P. e UPI prima del voto. Altro che silenzio assenso e ininfluenza del voto del consiglio comunale! Se la trasformazione in cargo city si realizzerà, la Giunta che ha proposto la delibera e i consiglieri comunali che l’hanno votata ne porteranno in uguale misure la responsabilità.  Visto lo stato agonizzante di So.Ge.A.P. e la pressione competitiva di altri aeroporti limitrofi ben più attrezzati c’è da sperare per Parma e il suo territorio che nessun operatore arrivi in tempo per rilevare la società. Ma non è una grande strategia politica dare il via libera a un progetto infrastrutturale che ci si era impegnati a fermare sperando che siano le dinamiche economiche a farlo, come già accaduto per l’incontrollata espansione urbana e la proliferazione dei centri commerciali. Significa, da parte della politica, rinunciare a governare".

Come Europa Verde "non intendiamo arrenderci a questo scenario: siamo in attesa delle risposte da Governo e Regione a due nostre interrogazioni sul rispetto dei termini di scadenza del finanziamento di 12 milioni di euro e delle norme europee in materia di aiuti di Stato. Se vi saranno gli elementi, insieme alle associazioni che già hanno rinnovato il ricorso al TAR, intraprenderemo tutte le strade per fermare questo progetto e scrivere insieme ai cittadini un futuro diverso e migliore per la città".

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