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LA VITTIMA DEL FEMMINICIDIO / Salsomaggiore Terme

Il ricordo di Meena, massacrata dal marito a colpo di cricket: "Era una santa, ha passato una vita di dedizione alla famiglia"

Meena Kumari aveva tre figlie e un figlio, che vive insieme alla moglie al piano di sopra della palazzina di via Trento a Salsomaggiore in cui è avvenuto il femminicidio: "Aveva già subito violenza ma non aveva mai denunciato"

La chiamavano tutti 'Mina'. Meena Kumari, di origine indiana e da anni nella nostra provincia, era una donna esile e con un corpo ancora da ragazzina, nonostante l'età. E' lei la vittima del femminicidio di Salsomaggiore Terme di martedì 28 novembre. Massacrata con una mazza da cricket dal marito Onkar Lal sulla porta di casa, al piano terra di una palazzina. In via Trento, una strada stretta a due passi dal centro storico, tutti la conoscevano. I commercianti, i vicini di casa, il proprietario dell'hotel Edera - uno dei primi ad intervenire dopo aver sentito le urla strazianti della donna. Secondo alcune testimonianze Meena aveva già subito violenza dal marito ma non aveva mai denunciato. 

"Era una santa subito - sottolinea una commerciante della via e amica di Meena. "Non si meritava di fare questa fine. L'ho vista 15 giorni fa e mi aveva chiesto di far arrivare in Italia sua nipote per poter lavorare. Era una donna speciale, non riuscirà a dimenticarla. Viveva la sua vita con la massima dedizione alla famiglia e li ha trovato la sua fine. Meena aveva fatto anche alcuni lavori di pulizia per il nostro negozio in passato. In questa via la conoscevano tutti" 

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Meena Kumari è morta dopo aver cercato di scappare dal marito, un uomo dalla corporatura robusta, in pensione da anni ma con un passato di lavoratore come custode nelle stalle del circondario, tra le province di Salsomaggiore e di Busseto. Onkar Lal l'ha colpita violentemente mentre cercava di uscire di casa per salvarsi. Meena Kumari lascia tre figlie e un figlio, che vive insieme alla moglie al piano superiore della palazzina di via Trento in cui è avvenuto il femminicidio. Alle 9 di mattina del 28 novembre al piano superiore c'era la moglie del figlio, che si trovava invece in strada e, come confermato dalle testimonianze, è corso verso casa dopo aver sentito le urla della madre. Le tre figlie sono arrivate in via Trento da Parma, da Fidenza e da Brescia. Sconvolte e con l'incredulità negli occhi. 

"Meena si l'ho vista pochi giorni fa e mi sembrava che stesse bene - sottolinea una giovane che lavora in un centro estetico all'inizio della via. "La vedevo spesso, qui in questa via tutti ci conosciamo. Faceva alcuni lavoretti all'esterno e soprattutto lavorava in casa, faceva da mangiare e puliva, gestiva i nipotini e i cani. Sembrava vivere in una famiglia felice e perfetta. Ma spesso litigavano, chi abita vicino alla palazzina, li sentiva urlare. Lei però non ha mai denunciato il marito, nonostante in un'occasione i carabinieri fossero arrivati qui per chiedere cosa fosse successo". 

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L'arrivo delle ambulanze, il tentativo di rianimazione sul posto e il decesso 

L'allarme è scattato poco dopo le ore 9. Diverse persone hanno chiamato il 118 e i carabinieri. Prima delle ore 9.30 sul posto sono arrivati i soccorritori: l'ambulanza infermieristica di Salsomaggiore e l'automedica di Fidenza. Non c'era tempo da perdere. La donna, colpita alla testa più volte dal marito, era riversa a terra, all'interno dell'appartamento, non cosciente. Quando i sanitari sono arrivati era già in arresto cardiocircolatorio. Sono stati effettuati tentativi di rianimazione ma non c'è stato nulla da fare. Il decesso è stato constatato sul posto. Nel frattempo i militari hanno preso il custodia il marito, accusato di omicidio volontario. La mazza da cricket è stata posta sotto sequestro in quanto arma del delitto.

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