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Economia

Discoteche Mendola: "Riaprire in sicurezza è possibile ed è necessario"

Il presidente di Silb Parma: "Abbiamo aspettato l’estate, nella speranza di condizioni più favorevoli: adesso siamo pronti a ripartire"

Anche a Parma si attende con ansia la riapertura di discoteche e locali da ballo. Lo chiede il comparto, fermo ormai da mesi, al collasso. Lo vuole anche il governo, che con la riapertura di quelli che sono posti per aggregazioni giovanili, potrebbe monitorare gli assembramenti più facilmente. 

"Sarete responsabili della distruzione di un intero settore": queste le dure parole di Maurizio Pasca, presidente nazionale di Silb – Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento e Locali da Ballo - aderente a Confcommercio. “Siamo l’unica categoria – scrive Pasca in una nota – che è stata lasciata senza nessuna attenzione, nessun ristoro o aiuto economico e, soprattutto, nessuna prospettiva certa di ripartenza”. Il nodo delle discoteche resta ancora da sciogliere, e, nonostante gli appelli dei gestori, non è stata fissata una data di riapertura per i locali fermi ormai da un anno e mezzo. “Abbiamo aggiornato costantemente i protocolli di sicurezza – spiega Pasca – per adattarli alle nuove misure di volta in volta delineate nei vari decreti. Abbiamo elaborato due ipotesi di test pilota a Milano e a Gallipoli, inizialmente accolti con entusiasmo, ma, di fatto, senza nessun riscontro pratico”. L’ultima novità nel protocollo riguarda il ricorso al green pass: per entrare in discoteca, sarà necessario presentare all’ingresso la prova dell’immunizzazione tramite vaccino o, in alternativa, il risultato negativo di un tampone effettuato meno di 48 ore prima.

“Riaprire in sicurezza è possibile – afferma Ernesto Mendola, presidente di Silb Parma – ed è necessario: senza discoteche, infatti, c’è il rischio che si balli abusivamente, in locali non adeguati e che non garantiscono alcuna misura di protezione”. “Abbiamo aspettato l’estate, nella speranza di condizioni più favorevoli: adesso siamo pronti a ripartire – conclude Mendola – e a fare ripartire il divertimento in sicurezza”.

Intanto proprio il governo dice sì al ritorno in pista, ma con il Green pass, fino ad oggi utile solo a partecipare a un matrimonio o a visitare l'ospite di una Rsa. Inizia una nuova era in cui chi si è vaccinato avrà maggiori opportunità rispetto a chi rifiuta l'iniezione. Almeno in una parte del Comitato tecnico scientifico, sta prendendo forza una convinzione: se dobbiamo subire il fenomeno delle discoteche che riaprono magari come centri culturali o allestendo dei ristoranti in cui, alla fine, si balla, tanto vale governarlo. Dunque, meglio accettare la riapertura ufficiale, ponendo alcune regole. Prima di tutto, l'utilizzo del Green pass, l'attestato di vaccinazione che sta arrivando in queste ore sugli smartphone degli italiani immunizzati, ma che si potrà ottenere anche eseguendo un test antigenico: dovrà essere obbligatorio per entrare. Di fatto, al di là delle tante parole spese fino ad oggi, sarebbe la prima reale applicazione pratica del Green pass, in parallelo al riconoscimento su base europea per i viaggi atteso per il primo luglio. I gestori dovranno verificare il possesso del Green pass, mentre la mascherina sarà solo raccomandata, non perché non sia necessaria, ma perché potrebbe essere velleitario imporla come obbligo quando i controlli e le sanzioni in una pista da ballo affollata sarebbero inapplicabili. La questione, comunque, è ancora aperta. Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, è orientato ad accettare la ripartenza dell'unica attività di fatto ferma da inizio pandemia (a parte la sfortunata ed a macchia di leopardo eccezione dell'estate scorsa). 

"La data definitiva a ore, non a giorni". Il presidente del sindacato locali da ballo dell'Emilia-Romagna, Gianni Indino, accoglie di buon grado la promessa fatta dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa per le discoteche aperte entro i primi dieci giorni di luglio, "finalmente arrivano le prime indicazioni che vanno nella direzione auspicata". Ora, aggiunge, "si tratta di capire quale sarà la data scelta, Serve una data subito", in modo da avere una quindicina di giorni di tempo per rimettere in moto i locali, predisporre persone e procedure per mettere in pratica le linee guida. Certo, argomenta Indino, "non sarà facile, soprattutto sotto il profilo della ricerca di personale", senza sottovalutare il discorso della programmazione musicale. Comunque, ribadisce, "l'importante ora è fare presto a individuare la data della riapertura". Anche perché "in tutta Italia vediamo scene di abusivismo totale, senza regole, senza sicurezza e senza controllo". Da ultimo Indino ringrazia "tutti i sindaci della riviera di Romagna" che hanno accolto l'appello e "si sono schierati al nostro fianco per la riapertura dei locali da ballo". D'altronde "il nostro turismo non può prescindere dall'offerta di intrattenimento: questo va assolutamente tenuto in considerazione, anche per tutto l'indotto che genera".

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