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Economia

Pensioni rivalutate dal 1 gennaio: il punto dello Spi Cgil

Soddisfazione per la misura ottenuta con il Governo Draghi

Dal 1 gennaio 2023 scatteranno aumenti sensibili degli assegni pensionistici, per effetto del meccanismo di indicizzazione ai prezzi al consumo del 2022. L'attuale sistema di rivalutazione delle pensioni è stato riconquistato un anno fa con il Governo Draghi, grazie alle lotte dei sindacati pensionati.
Dal prossimo gennaio le pensioni vedranno un’importante tutela del potere di acquisto per tutte le pensioni, con un adeguamento provvisorio del 7,3%.
Sulla base dell’attuale normativa in materia di perequazione automatica, la rivalutazione delle pensioni per il 2023 sarà pari al 7,3% (100%) per le fasce di importo fino a 4 volte il trattamento minimo; al 6,75% (90%) per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo; al 5,475% (75%) per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a 5 volte il trattamento minimo. 

Sono interessati dall’adeguamento tutti i trattamenti pensionistici presenti nel casellario centrale delle pensioni. Beneficeranno dell’incremento perequativo tutti i trattamenti di pensione derivanti da contribuzione, con esclusione delle prestazioni di accompagno a pensione (APE, assegni
di esodo, isopensione, ecc.). L’adeguamento spetta anche sugli assegni e le pensioni in favore degli invalidi civili, ciechi e sordi gli assegni sociali e le pensioni sociali. A tali prestazioni la perequazione viene attribuita in modalità autonoma, non cumulata con gli altri eventuali trattamenti in godimento.

Il meccanismo di rivalutazione non trova applicazione per le indennità di accompagnamento e per le indennità speciali per ciechi e per i sordi. Tali prestazioni, soggette a una specifica normativa, vengono adeguate con un differente criterio. Ai titolari di più pensioni viene applicata la cosiddetta perequazione cumulata, vale a dire che la perequazione viene applicata tenendo conto dell’importo complessivo delle pensioni (come se si trattasse di una sola pensione) e viene poi ripartita in proporzione alla misura dei diversi trattamenti.

Il bonus a luglio di 200€ per i pensionati con reddito Irpef inferiore a 35.000 euro/anno, l'anticipazione della rivalutazione del 2% per i mesi di ottobre, novembre, dicembre e tredicesima, il bonus a novembre di 150€ per i pensionati con reddito Irpef inferiore a 20.000 euro/anno, il pagamento dello 0,2% e relativi arretrati a novembre/dicembre a integrazione della rivalutazione pensioni 2022 sono tutte conquiste ottenute grazie all'azione del sindacato che ha rivendicato aiuti e misure a favore dei pensionati, a fronte degli aumenti indiscriminati dei prezzi e delle speculazioni causate dal conflitto in corso e non solo.

Tutto questo è sufficiente? Certamente no. Il sindacato continuerà le proprie battaglie per richiedere una maggiore tutela del potere d'acquisto delle pensioni, l'aumento della 14esima e l'allargamento degli aventi diritto, la riduzione del carico fiscale sulle pensioni, l'accesso alle cure e il superamento delle liste d'attesa dopo le grandi difficoltà provocate dal Covid, lo sviluppo dei servizi sanitari di prossimità: delle case di comunità, degli
Ospedali di Comunità, dell'assistenza domiciliare, della teleassistenza.  Vigileremo affinché venga attuato il DDL sulla non autosufficienza approvato dal Governo Draghi grazie ai precedenti Ministri del Lavoro e della Sanità, Andrea Orlando e Roberto Speranza. 

"Le leghe SPI CGIL - conclude la segretaria generale dello Spi di Parma, Valentina Anelli- sono e saranno sempre aperte per rispondere alle tante complessità che i pensionati si trovano a fronteggiare, per controllare le pensioni, per indirizzare e supportare gli anziani anche nell'utilizzo delle nuove tecnologie che non devono diventare motivo di esclusione". 

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