Debutto Nazionale Per Gynt Arena Shakespeare
Un cast di quindici attori diretti da Daniele Abbado. Le musiche di scena originali composte da Edvard Grieg nel 1875, fra cui le celeberrime Nell’antro del re della montagna e Il mattino. Ad eseguirle La Fil – Filarmonica di Milano, orchestra capace di far incontrare generazioni diverse di artisti, affiancando giovani talenti a grandi musicisti di famosi ensemble internazionali, diretta da Marco Seco. Sono queste le basi solide da cui spiccherà il volo uno degli appuntamenti di teatro musicale più attesi del Reggio Parma Festival 2023: la prima nazionale di Peer Gynt di Henrik Ibsen, in programma il 20 e 21 giugno, alle ore 21 entrambi i giorni, presso l’Arena Shakespeare di Fondazione Teatro Due di Parma, spazio unico in Italia collocato fra i tetti cittadini.
Caposaldo del canone teatrale europeo, Peer Gynt coniuga l’universalità delle grandi storie picaresche con il folklore nordico più fiabesco e mitologico. Un’opera mastodontica, scritta in Italia tra Roma, il Lazio e la Campania, andata in scena parecchi anni dopo la sua stesura, grazie al sodalizio vincente tra Ibsen e Grieg. Lo spettacolo, prodotto per questa edizione di Reggio Parma Festival da Fondazione Teatro Due, in collaborazione con LaFil - Filarmonica di Milano, prosegue la ricerca sul teatro musicale cara alla Fondazione, tesa a indagare il rapporto tra parola e musica, tra azione scenica e tessitura musicale e già felicemente sperimentata con la messa in scena di opere quali, fra le altre, Il Sogno di una notte di mezza estate con le musiche di Felix Mendelssohn Bartholdy e Molto rumore per nulla con le musiche di scena di Erich Wolfgang Korngold. Personaggio centrale dell’opera è lo scanzonato sognatore Peer che attraversa i mille rivoli di un’esistenza continuamente smottata dal Destino.
Maestro della bugia, incanta la madre Åse con i suoi racconti avventurosi tra i fiordi; seduttore impenitente, al punto di rapire una giovane sposa proprio alla festa di matrimonio, il giovane immaginifico s’imbatte in un continuo precipitare di situazioni che infrangono lo spazio e il tempo, fra le sabbie del deserto egizio e le coste del Marocco, fra i boschi norvegesi e il Mare del Nord, fra le braccia dell’esotica Anitra e le dolci carezze della costante Solvejg; l’esistenza di Peer viene scandagliata fino all’ultimo respiro, con la chirurgica precisione del padre del Teatro contemporaneo, incarnando i tratti del Bildungsroman in azione vivente, attraverso la fenomenologia fantastica di un cammino “a piedi asciutti nel fiume del tempo, conservandosi sani e salvi”: la Vita.