Circo Equestre Squeglia di Raffaele Viviani al Teatro Due
CIRCO EQUESTRE SGUEGLIA Testo e musiche originali Raffaele Viviani con Massimiliano Gallo, Monica Nappo, Lino Musella, Tonino Taiuti Gennaro Di Biase, Giovanna Giuliani, Carmine Borrino, Autilia Ranieri Lorena Cacciatore, Marco Palumbo con la partecipazione di Mauro Gioia musicisti Giuseppe Burgarella (piano), Gianni Minale (fiati), Alberto Toccaceli (percussioni), Marco Vidino (chitarre e mandolino) scene Sergio Tramonti, assistente scenografo Luigi Ferrigno, costumi Maurizio Millenotti, arrangiamenti musicali Pasquale Catalano, soprattitoli Luca Delgado, luci Pasquale Mari, coreografie Luigi Neri, regia Alfredo Arias co-produzione Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival –Napoli Teatro Festival Italia, Teatro di Roma | Teatro Due, 1 e 2 aprile 2014, ore 21.00
Rappresentato per la prima volta nel 1922 e ora riproposto dal regista argentino Alfredo Arias, anche sul filo di ricordi personali, Circo equestre Sgueglia di Raffaele Viviani porta sul palcoscenico di Teatro Due l’1 e il 2 aprile 2014 alle ore 21.00 il dilemma del clown, perennemente in bilico tra melodramma sentimentale e gioco, costretto a volte suo malgrado a far ridere gli spettatori convenuti sotto il tendone del circo, in questo caso quello di un gruppo di artisti girovaghi del primo Novecento.
In questa produzione di Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival, Napoli Teatro Festival Italia, Teatro di Roma, undici attori - Massimiliano Gallo, Monica Nappo, Lino Musella, Tonino Taiuti, Gennaro Di Biase, Giovanna Giuliani, Carmine Borrino, Autilia Ranieri, Lorena Cacciatore, Marco Palumbo, e quattro musicisti - Giuseppe Burgarella (piano), Gianni Minale (fiati), Alberto Toccaceli (percussioni), Marco Vidino (chitarre e mandolino), raccontano il circo come sintesi tra l’arte di far ridere e l’arte di far piangere.
"Davanti alla casa in cui abitavo con i miei genitori, si estendeva un terreno abbandonato, dove un giorno arrivò un circo molto povero, senza nemmeno il tendone, ma solo stoffe rattoppate. Al centro s’innalzavano i pali con i trapezi. Dall’esterno si potevano vedere senza pagare i volteggi di poveri acrobati. Qualche animale triste passeggiava senza comprendere questo paesaggio di desolazione. L’orso, la zebra e il dromedario asciugavano le loro lacrime sotto un sole opprimente che bruciava questa Pampa urbana» ha raccontato il regista Alfredo Arias. I suoi lavori uniscono l’interesse per la spettacolarità del musical alla passione per il teatro en travesti, il grottesco e la maschera: tutti elementi che si prestano brillantemente all’allestimento di questo testo, uno dei più noti di Raffaele Viviani. Ambientato tra baracconi, giostre e trapezi, il dramma si snoda attraverso le alterne vicende della famiglia proprietaria dell’omonimo circo, metafora universale di un mondo povero e
A proposito del testo, Arias afferma "Viviani ci trascina in un doppio gioco. Un gioco che noi dobbiamo immaginare – quello della rappresentazione circense – e uno al quale assistiamo – quello della vita. Sceglie di mettere in evidenza le lacerazioni amorose. Ci dice che non esiste rifugio possibile: anche il circo, concepito come un ultimo riparo, è esposto alla vertigine della passione e i suoi abitanti possono esserne espulsi in qualsiasi momento per sprofondare nella più grande delle solitudini". Una produzione che si dimostra intrisa di napoletanità: "Mi ha sempre colpito la poesia disperata che sento nelle strade di Napoli - afferma Arias - un misto di grande lirismo e di angoscia, lo stesso che ritrovo nel testo di Viviani. Napoli non può mai lasciare indifferenti, è una sorta di esperienza assoluta e se le parole di Viviani sono ancora oggi così forti è perché sono figlie autentiche di questi luoghi". Informazioni e Biglietteria: tel 0521/230242 – biglietteria@teatrodue.org www.teatrodue.org