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Politica

"La maggior parte delle donne che potrebbero impegnarsi in politica non trovano le condizioni per farlo"

Intervista alla candidata sindaco Michela Canova in occasione dell'Otto Marzo: "La guerra in Ucraina? I protagonisti degli eventi che l’hanno determinata sono sempre e solo uomini e che le donne sono quelle che stanno cercando disperatamente di salvare i loro figli"

L'ex sindaca di Colorno Michela Canova è candidata a sindaco per le prossime elezioni comunali di Parma. Ecco la risposta ad alcune domande sul ruole delle donne in politica, in occasione dell'0tto Marzo 

Cosa significa oggi per una donna ricoprire un ruolo amministrativo o prima ancora politico?

"Significa prima di tutto essere espressione di una scelta prevalentemente maschile, perché i luoghi deputati per individuare i soggetti che andranno a ricoprire ruoli pubblici sono composti quasi esclusivamente da uomini". 

Questo significa dunque che la scelta è viziata dall’inizio?

"Dico solo che spesso quello che è un valore aggiunto rappresentato dal genere, cioè la capacità di leggere e interpretare la realtà propria di una donna, non sempre viene preso in considerazione. Non sto parlando di competenze perché quella è una questione oggettiva o ce le hai o non ce le hai, ma di qualcosa di più e diverso che è proprio di noi donne. Diciamo che l’apporto di genere secondo certe logiche maschili può rappresentare più un problema che un’opportunità".

Dunque per lei il sistema delle quote rosa è necessario?

"Inizialmente ero contraria perché lo trovavo svilente, poi ho capito che è l’unica soluzione. Con il tempo, grazie al sistema delle quote rosa, saranno donne a scegliere altre donne e le quote rosa non saranno più necessarie, ma ora siamo ancora molto lontani da risultati accettabili"

La scarsa presenza delle donne in politica o nelle amministrazioni è quindi solo una questione di scelte operate da maschi?

"No, la verità è che di donne disponibili ce ne sono poche perché la maggior parte di quelle che potrebbero impegnarsi nell'attività politica non trovano le condizioni per farlo. Se non hai una rete familiare disposta a supportarti o non puoi compensare economicamente le tue assenze ogni percorso è sostanzialmente precluso. Ma è soprattutto una questione culturale e di mancanza di servizi che aiutino la donna nella curatela familiare che in Italia è ancora appannaggio del genere femminile. Solo a queste condizioni una donna può ritagliarsi il tempo libero da dedicare all'impegno politico". 

Lei è stata 10 anni sindaca di un comune e quattro anni consigliere provinciale, cosa le ha permesso di impegnarsi?

"Avevo due bambini piccoli e non potevo contare sull’aiuto dei nonni e mio marito era molto impegnato nel suo lavoro. Ma sono stata fortunata, ero economicamente in grado di supportare la mia scelta, ma proprio per questo il mio caso è rappresentativo della situazione di ingiustizia nei confronti di tante donne alle quali mancano quei servizi compensativi per gestire il loro tempo libero".

La guerra in Ucraina quale riflessioni di genere le scaturisce?

"Una prima lettura è che i protagonisti degli eventi che l’hanno determinata sono sempre e solo uomini e che le donne sono quelle che stanno cercando disperatamente di salvare i loro figli, non aggiungo altro". 

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