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Vignali: "Riconoscere il ruolo pubblico delle scuole paritarie"

Il candidato sindaco: "Durante la mia amministrazione, il Comune investiva 440.000 euro all’anno per la libertà di scelta delle famiglie in campo educativo"

"Il libero accesso all’istruzione e ai servizi per l’infanzia è un diritto che deve essere garantito alle famiglie di Parma. Scuole comunali e scuole paritarie possono concorrere a costruire un servizio pubblico integrato di qualità, con tutti gli spazi necessari alla domanda dei parmigiani, superando il problema delle liste d’attesa che oggi sono di 1.164 bambini”, lo ha detto Pietro Vignali che ha partecipato all’incontro indetto da Fism Parma.

“Oggi il ruolo pubblico della scuola paritaria – ha proseguito Vignali – non trova adeguato riconoscimento e supporto economico da parte del Comune. O meglio, non lo riceve più. Durante la mia amministrazione, il Comune investiva 440.000 euro all’anno per la libertà di scelta delle famiglie in campo educativo. Un contributo importantissimo, poi cancellato da questa amministrazione, che deve essere ripristinato”.

“Devono anche essere rivisti anche i criteri con cui il Comune utilizza i fondi regionali per tagliare le rette delle famiglie. Parma – ha spiegato - riceve 1 milione di euro a questo scopo, ma invece di utilizzare le risorse per ridurre le rette di tutte le scuole, come tutte le altre città, l’amministrazione Pizzarotti ha escluso i bambini che frequentano le scuole non comunali da questa possibilità. Se il Comune di Parma avesse fatto una convenzione con le paritarie, avrebbe percepito di più dalla Regione: è la prova che le vecchie tare ideologiche fanno perdere tutti”

“C’è ancora chi vuole mettere l’istruzione statale contro quella parificata – ha proseguito -, anche se nella realtà entrambe svolgono la stessa funzione educativa pubblica. Anche il Patto per la scuola costruito e imposto dal Comune in modo verticistico, senza coinvolgere il mondo delle paritarie, rispecchia questo atteggiamento”.

 “Una riflessione la meritano anche gli educatori e gli insegnanti - ha concluso-: devono essere equiparati gli stipendi degli educatori che lavorano nelle cooperative o in Fism con quelli del Comune: è incomprensibile una differenza così visto che entrambi hanno gli stessi requisiti, le stesse responsabilità ed operano con lo stesso impegno”.

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