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Martedì, 30 Aprile 2024
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Il Comitato Tardini sostenibile attacca l’assessore Bosi e insiste: “Delocalizzare l’impianto”

“Bosi invita la cittadinanza a partecipare, venerdì 26 gennaio, ad un incontro sul tema dell’accessibilità al nuovo stadio, affidando la disamina “ai referenti del Parma Calcio”

Lungo comunicato del Comitato Tardini sostenibile. In una nota di legge:

"Sebbene i fatti accaduti durante questa lunga e penosa vicenda del nuovo stadio ci abbiano abituati a vedere compiersi l’indicibile, ancora una volta la realtà supera l’immaginazione. 

Al grande player in Comune del Tardini - Marco Bosi, lo sfegatato tifoso del Parma e per questo assessore - anche l’attuale amministrazione, come la precedente, sta permettendo di tutto. Che - se non fosse così grave e deprimente - verrebbe da pensare alla scenetta di Lino Banfi “Va avanti tu che a me scappa da ridere”. 

Il repertorio dell’assessore è vario: dall’aver voluto il presidio del Parma Calcio in tutte le commissioni consiliari della giunta Pizzarotti, ai relativi toni aggressivi verso la minoranza; dalle dichiarazioni a ruota libera, regolarmente smentite dai fatti, alle frequenti cenette in intimità con lo staff del proponente. Forse per questo, quando alcuni di noi, nel giro degli incontri con tutti i candidati sindaco, andarono a parlare con Guerra, alla precisa domanda se, in caso di vittoria, avrebbe mantenuto Marco Bosi nella carica di assessore allo sport, scuotendo la testa il Sindaco ci disse di no, che non l’avrebbe messo in quel ruolo perché troppo esposto e compromesso. Ma tant’è, eccolo ancora là a fare quello che sa fare meglio: l’ariete del Parma Calcio in Comune. 

E fa niente se questo fa polpette del senso dell’opportunità che il ruolo istituzionale gli richiede! Poco gli importa essere garante di terzietà nell’esercizio del proprio mandato di rappresentanza di tutti i cittadini, responsabile dell’interesso collettivo.  Anzi, quasi vantandosene, Bosi non ha mai nascosto la sua mancanza di imparzialità, palesando all’opposto, con incredibile leggerezza, il suo totale, incondizionato appoggio alle decisioni e ai voleri dell’investitore privato. Per questo, e per la sua evidente, completa assenza di profilo istituzionale, ancora una volta l’assessore allo sport è capace di superare quello che dovrebbe essere un limite invalicabile della corretta prassi istituzionale. Mentre è in svolgimento la Conferenza dei Servizi Decisoria, Bosi invita la cittadinanza a partecipare, venerdì 26 gennaio, ad un incontro sul tema dell’accessibilità al nuovo stadio, affidando la disamina “ai referenti del Parma Calcio”, ovviamente.

Inaudito davvero! Riassumiamo: il progetto definitivo non è mai stato presentato pubblicamente dal Comune alla cittadinanza, ma direttamente inviato alla Conferenza dei Servizi. Sono in corso i lavori di valutazione ad opera dei responsabili dei vari enti e degli uffici tecnici coinvolti, nella consapevolezza della responsabilità, complessità e delicatezza del ruolo che esercitano. I pareri della Cds e tutta la documentazione relativa sono secretati ai cittadini, fino al termine della fase procedurale. A nessuno è dato di sapere quale sarà dunque l’esito finale della valutazione. Ne’ a Bosi, ne’ alla Gazzetta o al Parma Calcio.

In questa fase all’Amministrazione sarebbe richiesto un doveroso silenzio, un farsi da parte rispettoso, affinchè il peso dell’opzione politica non condizioni in alcun modo il procedimento di valutazione autonoma e indipendente della commissione.

Ma niente, gli enormi interessi che stanno dietro alla demolizione e ricostruzione dello stadio in centro città, nel quartiere Cittadella, valgono l’ennesima farsa, che vede a braccetto - durante l’espletamento della procedura - l’ente che deve autorizzare (il Comune) e il soggetto richiedente (il Parma Calcio) spiegare/sponsorizzare una parte del progetto, quella relativa all’accessibilità allo stadio. E chissà cos’altro… ma scherziamo?

Siamo di fronte alla negazione delle più elementari regole di una sana e democratica amministrazione pubblica, piegata al volere di un privato e di una minoranza di imprenditori locali che, aggressivamente, intendono sottrarre la sovranità dei cittadini sul proprio spazio pubblico, accaparrandosi per svariati decenni una importante, strategica e preziosa parte di città.   

Parma non si merita questo: non a caso, nell’opinione pubblica crescono lo sconcerto e la preoccupazione, e si conferma sempre più la convinzione che la scelta migliore, per il bene della città, sia la delocalizzazione dell’impianto".

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