rotate-mobile
Attualità

Frutta e verdura: anche a Parma i prezzi schizzano alle stelle

Il costo dei finocchi è raddoppiato, aumenti del 30% per broccoli, carciofi e zucchine

Basta fare un giro nei supermercati e nei mercati di Parma e provincia per rendersi conto che i prezzi medi della frutta e della verdura sono aumentati anche nella nostra città. Seguendo il trend nazionale e regionale, che ha visto aumenti considerevoli soprattutto per le pere (che hanno fatto registrare quasi il 30% in più, secondo i dati della Coldiretti) anche Parma sta risentendo del clima sfavorevole. Se i prezzi dei cavoli si sono alzati di circa il 20% e quelli dei carciofi e dei broccoli del 30% per quanto riguarda i finocchi c'è stato un raddoppio. In generale sono pochissimi i prodotti che non hanno subito rincari. Per il consumatore parmigiano significa pagare la spesa molto di più. 

Secondo i dati di uno studio di Coldiretti il prezzo della pasta è aumentato di oltre il 10%: i frutti di mare sono aumentati del 9,8%, con il caro energia che impatta sul gasolio utilizzato per rifornire i pescherecci, che rischiano di rimanere in banchina.

Gli aumenti sono dovuti al mix esplosivo del rincaro dei costi energetici e dei cambiamenti climatici che impattano sull’offerta di un bene essenziale come il cibo. La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo la Coldiretti sulla base dei dati Enea sugli effetti dei rincari della bolletta energetica sugli approvvigionamenti alimentari degli italiani. 

La produzione di pere nel 2021 – sottolinea la Coldiretti - si è attestata a 276 milioni di chili contro i 770 milioni di chili di cinque anni fa, con una riduzione del 64%. Il crollo del raccolto al minimo storico – continua la Coldiretti - è avvenuto per effetto dell’andamento climatico sfavorevole come le gelate primaverili che hanno messo a dura prova le coltivazioni e per gli attacchi di agenti patogeni e parassiti alieni, come la cimice asiatica. Una situazione amplificata – precisa la Coldiretti - dal massiccio ricorso all’importazione di pere dall’estero con il consistente rischio che vengano spacciate per pere italiane.

Per le semine di grano per pasta e pane gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare aumenti dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le lavorazioni dei terreni, senza dimenticare che l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%). 

“Per affrontare la nuova emergenza e difendere la sovranità alimentare abbiamo elaborato e proposto progetti concreti immediatamente cantierabili nel Pnrr per favorire una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare che “digitalizzazione delle aree rurali, recupero terreni abbandonati, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari dai cereali all’allevamento, dalla quarta gamma  fino all’olio di oliva sono alcuni esempi di questi piani strategici elaborati dalla Coldiretti insieme a Filiera Italia nell’ambito del PNRR”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Frutta e verdura: anche a Parma i prezzi schizzano alle stelle

ParmaToday è in caricamento