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Cronaca Fontanellato

Barengineering, i lavoratori resistono. Anche senza insegna

Sanguinaro. Il nome si legge con fatica sopra il portone d'ingresso. I lavoratori chiedono gli stipendi di 3 mesi e denunciano di aver lavorato al freddo, senza riscaldamento, per tutto il periodo invernale: "Siamo stati troppo bravi, ma ora basta. Vogliamo i nostri soldi"

L'insegna è stata tolta da un giorno all'altro ma sopra il portone d'ingresso dell'azienda una traccia è rimasta. E il nome dell'azienda si legge ancora, anche se a fatica. Della Barengineering di Sanguinaro, nel comune di Fontanellato, sono rimasti solo i 18 lavoratori che sono in presidio davanti ai cancelli da dove ogni giorno, alcuni per 10 altri per 15 o 20 anni, sono entrati per recarsi sul proprio posto di lavoro. Ora i cancelli li guardano seduti di fronte con le bandiere della Fiom sistemate all'interno delle auto. Da qui non se ne andranno finchè non avranno i compensi che gli spettano per il lavoro di tre mesi.

"Martedì mattina -raccontano i lavoratori- la figlia del proprietario si è presentata e ci ha detto di finire il lavoro e di andare a casa perchè l'intenzione era chiudere l'azienda. Da qualche tempo le cose non andavano bene ma non pensavamo ad un epilogo del genere. Da circa un anno stiamo facendo la Cassa Integrazione a rotazione e i mesi di gennaio e febbraio 2013 non ci sono ancora stati pagati. Siamo stati troppo bravi: ma questa comunicazione di andare a casa, licenziandoci così di colpo non lo possiamo accettare". 

Barengineering, la protesta dei lavoratori



Così i lavoratori dell'azienda, che fino a quel momento non era sindacalizzata, si rivolgono alla Fiom che chiede conto all'azienda di quanto successo. I lavoratori vogliono i loro stipendi. "Il proprietario della Baarjeing possiede anche la Bike Lift, un'azienda su cui investe molte risorse. Sappiamo che per la nostra ditta non c'è futuro: però devono darci i nostri soldi". E poi c'è la questione delle ferie. I lavoratori raccontano che quasi tutti hanno almeno un mese di ferie da fare, alcuni anche 400 ore di ferie arretrate di cui non potranno godere se l'azienda deciderà di chiudere.

La proposta dell'azienda, pagare mille euro a ciascun lavoratore, è rispedita al mittente dai lavoratori e della Fiom. I lavoratori poi denunciano di aver lavorato al freddo, senza riscaldamento, per tutto il periodo invernale: "Non hanno acceso il riscaldamento per tutto l'inverno per risparmiare sui costi, noi abbiamo sopportato tutto ma oggi non ci stiamo più. Hanno tolto anche l'insegna ma noi non ci arrendiamo. Esistiamo e non possono cancellarci così". 

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