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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Bilanci truccati e fatture false per oltre 2 milioni di euro: sequestrata azienda del settore medico

Cinque indagati per falso in bilancio: avrebbero occultato le perdite per partecipare alle gare d'appalto. Sequestrati anche beni immobili, auto di grossa cilindrata e conti corrente

Avrebbero occultato le perdite dell'azienda dal 2014 al 2018, fatturato per operazioni inesistenti per un importo che supera i 2 milioni di euro e 'truccato' i bilanci degli ultimi anni per far risultare una situazione economica e patrimoniale ottimale e poter così partecipare ad aggiudicarsi le gare d'appalto pubbliche, dalle quali proviene l'80% del fatturato.

I militari del nucleo di polizia economico tributaria della Guardia di Finanza di Parma hanno sequestrato una nota azienda di prodotti medicali di Parma, eseguendo il decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Parma. Cinque persone sono indagate per falso in bilancio. L'azienda, interamente posseduta da un soggetto giuridico lussemburghese, ha un assetto proprietario e di governance riconducibile ad un unico nucleo familiare. Il provvedimento di sequestro ha riguardato anche beni immobili a Parma e a Modena, auto di grossa cilindrata e conti corrente riconducibili agli indagati alla società. 

Le indagini, coordinate dalla Pm Arienti della Procura della Repubblica di Parma, sono state avviate in seguito di un’attività ispettiva fiscale dell’Agenzia delle Entrate e si sono sviluppate attraverso l'analisi delle scritture contabili societarie ed attraverso l’analisi dei bilanci dal 2014 al 2018, anche con l’ausilio di una consulenza tecnica.

"Agli amministratori di fatto e di diritto della società  -si legge in una nota della Procura di Parma - vengono addebitate diverse ipotesi di reato di falso in bilancio in quanto, attraverso vari artifici contabili, avrebbero occultato le perdite civilistiche maturate nel corso degli anni, esibendo, all’esterno, una situazione economica e patrimoniale di gran lunga migliore di quella reale. La finalità delle condotte, tra l’altro, era rappresentare una condizione economica e patrimoniale solida e poter così ottenere l’aggiudicazione di gare d’appalto pubbliche, dalle quali proviene l’80% del fatturato della società. Sulla base del Codice dei Contratti, infatti, uno dei requisiti speciali per la partecipazione e per l’aggiudicazione di gare ad evidenza pubblica è il possesso della capacità economico- finanziaria, rilevabile, tra l’altro, anche nella dimostrazione di non aver riportato perdite d’esercizio nei bilanci degli ultimi tre anni".

In particolare - prosegue la nota - "è emerso il reiterato ed artificioso utilizzo di risconti e storni di posizioni debitorie, finalizzato all’eliminazione di costi dal conto economico societario negli anni dal 2014 al 2017, per un totale di circa 5.600.000 euro, ed alla conseguente falsa rappresentazione di una solida situazione patrimoniale e di performance economiche migliori di quelle reali. La società controllante lussemburghese fatturava, alla controllata italiana, prestazioni di approvvigionamento (procurement) di prodotti ed apparecchiature medicali per consistenti importi, pur essendo una mera holding di partecipazione priva di personale, di mezzi e di una struttura idonea ad eseguire prestazioni o cessioni a favore di qualunque cliente.

Il socio lussemburghese, nonostante non sia stato rinvenuto alcun contratto di procurement e non fosse pattuita alcuna provvigione (procurement fee), applicava una maggiorazione di prezzo rispetto all’acquisto dei prodotti dai fornitori esteri pur non svolgendo, di fatto, alcuna attività operativa. Le prestazioni di intermediazione commerciale venivano svolte direttamente dal titolare effettivo (beneficial owner) della società lussemburghese, dominus ed amministratore di fatto di entrambe le società". 

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