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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Fidenza

Fidenza tra le capitali della droga in Italia

E' al secondo posto per uso di eroina e al terzo posto per consumo di cocaina e cannabis: ecco i dati dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ottenuti dalle analisi delle acque fognarie che arrivano ai depuratori

Fidenza è tra le capitali italiane del consumo di droga. Si piazza infatti al secondo posto per il consumo di eroina, al terzo posto per cocaina e cannabis e al terzo posto per quanto riguarda il consumo complessivo di sostanze stupefacenti,  secondo i dati - ottenuti dalle analisi delle acque fognarie che arrivano ai depuratori - e contenuti nella Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, realizzata dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. I dati raccolti si riferiscono al 2021.

Droga: a Fidenza più di 100 dosi di cannabis ogni mille abitanti 

A Fidenza il consumo di cannabis e dei derivati, per esempio, è superiore alle 100 dosi ogni mille abitanti, a fronte di una media italiana di 59 dosi. Per quanto riguarda la cocaina la media a Fidenza è di 21 dosi ogni mille abitanti, maggiore della media nazionale di 12 dosi ogni mille abitanti.Per l'eroina, sempre secondo i dati dell'Istituto Negri, a Fidenza si consumano 8 dosi ogni mille abitanti a fronte di una media italiana di 3,2 dosi giornaliere. 

Le sostanze più consumate: cannabis, cocaina e eroina 

Nel 2021 allo studio hanno complessivamente aderito 33 città, presso le quali sono stati raccolti 231 campioni e, in ciascun campione, sono state analizzate e quantificate 21 differenti sostanze psicoattive e loro metaboliti.  Le sostanze maggiormente consumate si confermano la cannabis e i suoi derivati. I quantitativi di sostanza  rilevati (principio attivo THC) sono risultati molto variabili nelle diverse città studiate, con una media di circa 59 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti (dosi/1000 abitanti/giorno) e un range di valori compresi tra 13 di Belluno  e 166 di Nuoro. Consumi prossimi o superiori alle 100 dosi/1000 abitanti/giorno si rilevano a Bologna, Fidenza, Cagliari, Trento e Trieste.

La cocaina risulta essere la seconda sostanza maggiormente diffusa sul territorio nazionale: anche in questo caso è stata osservata una notevole variabilità, con una media nazionale di 12 dosi/1000 abitanti/giorno e valori  estremi da poco meno di 1 dose rilevata a Belluno a 26 dosi di Montichiari, 23 di Venezia, 21 di Fidenza, 20 di  Roma, 19 di Bologna, 18 di Merano e 17 di Pescara.

Rispetto alla diffusione dell’eroina, con una media di 3,2 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti, è stato rilevato un  consumo particolarmente elevato a Perugia, con 12 dosi/1000 abitanti/giorno e consumi tra le 6 e le 8 dosi a Bologna, Fidenza, Ancona, Terni, Trieste e Campobasso.

Molto più ridotti, quantitativamente, sono risultati i consumi di metamfetamina, con una media di 0,14 dosi/1000  abitanti/giorno a livello nazionale e consumi più elevati solo nelle grandi città, in particolare Roma, Milano e  Bologna (rispettivamente 0.80, 0,62 e 0,48 dosi/1000 abitanti/giorno). Ancora minori sono risultati i consumi  di ecstasy (MDMA) con una media di 0,05 dosi/1000 abitanti/giorno, con il valore massimo registrato a Trieste (0,38 dosi/1000 abitanti/giorno) e valori prossimi allo zero in numerose altre città.  

Anche i consumi di amfetamina sono risultati molto bassi o assenti nelle città monitorate, fatta eccezione per  Merano con 0,4 dosi/1000 abitanti/giorno, Gorizia, Trani e Bologna con 0,1 dosi/1000 abitanti/giorno. Il confronto con i dati rilevati nell’anno 2020 mostra un trend consolidato di consumi elevati delle sostanze  maggiori in alcune città e nello specifico: Cagliari, Nuoro e Trieste per cannabis e derivati; Roma, Fidenza, Pescara e Montichiari per cocaina; Perugia, Ancona, Terni per eroina; Roma, Milano e Bologna per  metamfetamina; Trieste per ecstasy. 

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Tracce di droga nelle acque fognarie: ecco com'è avvenuta la raccolta dei dati 

La misura dei consumi di sostanze stupefacenti nella popolazione, mediante metodi di “epidemiologia delle acque reflue” (wastewater-based epidemiology, o WBE), si colloca come metodo complementare ai metodi tradizionali di ricerca epidemiologica basati sugli studi di popolazione: se questi ultimi forniscono informazioni sugli utilizzatori (quanti, in quali fasce di età, con quali caratteristiche e quali pattern di utilizzo), la metodologia 
basata sull’analisi dei residui metabolici delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue urbane, che arrivano ai depuratori, permette di stimare quali e quante sostanze vengono complessivamente consumate da tutta la popolazione afferente ai depuratori oggetto di monitoraggio. Si tratta di una tecnica sviluppata dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri nel 2005 che ha riscosso un grande interesse internazionale, sia a livello scientifico sia da parte degli addetti ai lavori.  

In Italia, il progetto “Acque reflue”, che persegue gli obiettivi di monitorare i trend di consumo delle sostanze psicoattive “maggiori” (cocaina, amfetamina, ecstasy, metamfetamina, eroina e cannabis), identificare la presenza di nuove sostanze psicoattive (NPS), in particolare oppioidi sintetici, inclusi i fentanili, catinoni  sintetici, cannabinoidi sintetici e fenetilamine, e valutare la loro diffusione sul territorio, ha sviluppato una rete di rilevamento nazionale, costituita dalle principali città italiane (capoluoghi di regione e/o aree metropolitane)  e da altre città, minori ma significative per peculiarità territoriali e sociali. Le città selezionate (complessivamente  34 centri urbani) sono equamente distribuite nelle 20 regioni italiane e coprono l’intero territorio nazionale,  consentendo di ottenere dati qualitativi e quantitativi di utilizzo delle sostanze psicoattive nel territorio italiano

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