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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Scoperti dalla polizia dopo un inseguimento sulla via Emilia, arrestati due italiani di etnia sinti residenti nel reggiano

P.B.e E.D.M. si erano resi responsabili di un inseguimento in macchina il 20 febbraio scorso che aveva porto al grave ferimento di tre agenti della Questura di Parma. Gli uomini sono stati rintracciati e arrestati il 31 luglio scorso.

Arrestati con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e danneggiamento della vettura di servizio P.B. di 34 anni e E.D.M. di 38 anni, italiani di etnia sinti, residenti a Castelnuovo di Sotto nel reggiano. Entrambi con precedenti per reati contro il patrimonio.

I due sono stati arrestati in relazione ad un inseguimento avvenuto il 20 febbraio scorso sulla via Emilia Est. I due avevano forzato con la loro Seat Leon blu un posto di blocco della squadra prevenzione crimine della polizia di Parma. Il conducente aveva finto di accostarsi per poi ripartire a tutta velocità, mettendo in pericolo anche i passanti. Poco prima dell’imbocco della tangenziale su via Emilio Lepido la pattuglie era riuscita a superarli per bloccare la folle corsa della Seat. L’agente, con la pistola di ordinanza in mano, aveva però dovuto buttarsi a terra per non essere investito. L’inseguimento era continuato, addirittura con l’esplosione di alcuni colpi di pistola, fino a quando i tre poliziotti in corsa erano andati a sbattere ad un’altra macchina, ribaltandosi e riportando lesioni che non hanno permesso a due di loro di rientrare ancora in servizio.

La Seat Leon era poi stata rinvenuta in via Piccinini, parcheggiata e con le chiavi all’interno. Gli agenti della squadra mobile l’hanno perquisita scoprendo un cellulare al suo interno e scoprendo anche che la macchina era intestata a una donna residente nella provincia di Reggio Emilia, di etnia sinti. La donna aveva dichiarato di essere andata a Parma per fare compere con le nuore e che l’auto era stata rubata. Una versione che non ha convinto la polizia, che hanno scoperto grazie al telefono ritrovato, che l’auto veniva utilizzato dal figlio della signora, P.B.

Dalle indagini è anche emerso che quel giorno al volante dell’auto quel giorno c’era E.D.M. Non è chiaro cosa possa averlo indotto a decidere di scappare alla vista della polizia, infatti dalla perquisizione l’auto è risultata essere “pulita”, forse i due si sono disfatti di qualche tipo di materiale illecito nella fuga. I due sono stati scovati con la collaborazione degli agenti della squadra Mobile di Reggio Emilia e arrestati il 31 luglio dall’antirapine di Parma e Reggio.

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