Il manoscritto gastronomico più antico al mondo all'Academia Barilla
In esclusiva mondiale, il facsimile più antico del manoscritto considerato la prima opera gastronomica del nostro paese è stato oggi mostrato e discusso nella sede di Academia Barilla a Parma
Si chiama 'De Re coquinaria' il più antico manoscritto di Apicio, singolare buongustaio dell'epoca romana che passò alla storia per le sue stravaganze culinarie, come i piatti a base di lingue di usignoli e pavoni o di oche ingrassate con fichi secchi. In esclusiva mondiale, il facsimile più antico del manoscritto considerato la prima opera gastronomica del nostro paese è stato oggi mostrato e discusso nella sede di Academia Barilla a Parma.
Accompagnato dagli chef, Giancarlo Gonizzi, curatore della biblioteca gastronomica di Academia, ha raccontato alcuni piatti dell'epoca romana poi preparati e cucinati in chiave moderna come la mousse di ceci o il pollo alla maniera di Frontino, sapientemente aromatizzato con erbe ed una crema a base di mascarpone e formaggio. "Apicio è stato il più grande gastronomo dell'antichità, in grado di introdurci in quella che era la cucina ed il gusto del tempo - spiega il professor Domenico Vera, docente di storia romana all'Università di Parma - Si tratta ovviamente di una cultura molto differente dalla nostra, soprattutto per le materie prime che oggi sono a nostra disposizione, ma è possibile recuperare alcune antiche ricette che si sono ormai perse nella storia".
"Evitando ovviamente gli eccessi di cui Apicio fu maestro come i piatti a base di talloni di cammello - racconta Barbara Bertoni della casa editrice Imago (che ha realizzato una riproduzione del manoscritto) - Stravaganze culinarie che per lui diventarono un'ossessione tanto da portarlo al suicidio quando si rese conto di non avere più nulla da sperimentare".