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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Cortile San Martino / Via San Leonardo

Rapina al postino di via San Leonardo: in manette camionista moldavo

Caso risolto con l'arresto dell'autore del reato. Il 20 maggio un portalettere è stato rapinato in via San Leonardo. In manette, oltre al moldavo G.I., anche B. Oleg, intercettato dagli inquirenti dopo un lungo lavoro d'indagine

Rapina al postino di via San Leonardo. Caso risolto con l'arresto dell'autore del reato. Il 20 maggio un portalettere è stato rapinato in via San Leonardo. L'uomo ha richiesto l'intervento della Polizia, che ha mandato sul posto un'auto della Sezione Antirapine della Squadra Mobile. La rapina era stata effettuata da un uomo di origine straniera e dal suo complice. Il postino aveva tentato di fermare il complice, con il quale era nata una colluttazione. Sul posto erano arrivati gli agenti che avevano bloccato G.I., un moldavo di 23 anni.

Il postino aveva riferito al personale operante che, poco prima, si era fermato per consegnare la posta in un civico di via San Leonardo e, sceso dallo scooter di servizio, si era allontanato di pochi metri quando aveva notato uno straniero salire sul suo scooter. Ritornato sui suoi passi per impedire il furto, gli si era parato davanti un secondo straniero, il quale lo aveva più volte spintonato, permettendo al complice di mettere in moto lo scooter ed allontanarsi in forte accelerazione.

Lo straniero che aveva agevolato il furto impedendo l’intervento del postino, aveva cercato di allontanarsi inseguito dal dipendente delle Poste che, a fatica, era riuscito a bloccarlo unitamente ad un collega ed a riportarlo in via San Leonardo, ove poi veniva  definitivamente bloccato dagli investigatori dell’Antirapina. Le immediate ricerche hanno permesso di ritrovare lo scooter parcheggiato  nelle vicinanze del Centro Torri. Per G.I. era arrivato l'arrestro per rapina perchè dallo scooter mancavano alcune lettere. 

Gli investigatori della Sezione Antirapine della squadra Mobile hanno poi appreso da alcune fonti confidenziali che l’arrestato era solito frequentare un connazionale di nome “Oleg”. Alcuni giorni dopo, un equipaggio della Sezione Antirapine, mentre stava svolgendo un normale servizio di pattugliamento per la prevenzione e la repressione dei reati contro il patrimonio, udiva che via radio, alcuni poliziotti che stavano procedendo al controllo di due cittadini stranieri, a bordo di autovettura in transito sulla tangenziale sud.

In particolare, l’attenzione del personale operante veniva attirata da uno dei nominativi comunicati dalla pattuglia alla Centrale Operativa ossia  il nome B. “Oleg” di nazionalità Moldava, che subito gli operatori collegavano alla rapina ai danni del postino avvenuta in data 20 maggio precedente. In considerazione di quanto sopra, ritenendo che lo straniero sottoposto a controllo da parte della Polizia potesse essere quello ricercato, gli investigatori dell’Antirapina, raggiungevano i colleghi al fine di accertare le caratteristiche fisiche delle persone sottoposte al controllo di Polizia.

Giunti sul posto subito emergeva che uno dei due soggetti, ossia B. Oleg, corrispondeva alle descrizioni (età, altezza e corporatura) del secondo rapinatore,  ossia colui che si era allontanato in sella allo scooter del postino. Nel corso della perquisizione si rinveniva, all’interno della valigia del B. Oleg,  un telefono cellulare spento al cui interno vi era la sim relativa all’utenza che aveva chiamato il G.I., mentre lo stesso si trovava già ammanettato sull’auto della Polizia.

Lo straniero veniva quindi accompagnato presso gli uffici della Squadra Mobile ove, di fronte alle contestazioni incalzanti degli investigatori della Sezione Antirapine, ammetteva di essere l’autore del furto dello scooter delle Poste e di aver agito solamente perche era completamente ubriaco. Stanti i gravi indizi di colpevolezza ed in considerazione del concreto pericolo di fuga, poiché il B. Oleg, lavora come autista dei furgoni che fanno la spola tra l’Italia e la Moldavia, veniva posto in stato di fermo di indiziato di delitto ed associato presso il carcere di Parma. Nei giorni seguenti,  il fermo d’iniziativa è stato convalidato dal G.I.P. 

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