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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Molinetto / Via Teresa Confalonieri Casati

Sciopero 12 dicembre, corteo dalle ore 9. Bussandri: "Tagli allo stato sociale ai danni dei più deboli"

Cgil e Uil in piazza anche a Parma come in tutta Italia contro Jobs act e legge di stabilità. Bussandri: "Un impatto su una larga fetta di cittadinanza rischivendo le politiche del Paese fondate non più sul lavoro ma su una libertà d'impresa senza regole"

Sindacati di nuovo in piazza contro le politiche del Governo Renzi con uno sciopero generale nazionale previsto nelle piazze italiane il 12 dicembre prossimo. Netta presa di posizione anche delle delegazioni parmigiane di Cgil e Uil che a partire dalle 9 si riuniranno in Piazzale Santa Croce per dare inizio a una manifestazione che vedrà il suo apice con il comizio in piazza Garibaldi alle 10,30. "Il Jobs act e la legge di stabilità impattano su una larga fetta di cittadinanza, riscrivendo le politiche del Paese che ora si fonda non più sul lavoro ma su un'ideologia di libertà d'impresa senza vincoli e senza regole – sottolinea Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Parma -. I tagli di 10 miliardi allo stato sociale incideranno pesantemente sulla condizione dei più deboli". Ricadute anche a Parma, come sottolinea il segretario Cgil, con un taglio previsto ai servizi assistenziali, i servizi educativi e per i disabili che si aggirerebbe attorno ai 20 milioni in meno sul bilancio. Tra gli aspetti critici secondo i sindacati anche l'anticipo del Tfr in busta paga, una possibilità allettante per le famiglie in difficoltà ma che secondo Bussandri minerebbe la sicurezza futura dei lavoratori. "Il jobs act completa questo disegno manomettendo l'articolo 18, l'articolo 4 e l'articolo 13, liberalizzando i licenziamenti collettivi e favorendo licenziamenti disciplinari, con una ricattabilità del lavoratore", tuona Bussandri.

Un impianto che secondo Cgil e Uil metterebbe a rischio i diritti dei lavoratori, anche attraverso un contratto a tutele crescenti che il segretario Cgil Parma definisce una "buffonata, perchè nel percorso di assunzione del lavoratore si arriva poi al traguardo dell'assunzione fissa con una libertà di licenziare che da al datore di lavoro la possibilità di pagare poco più di una mensilità prima di interrompere il rapporto. Dove starebbe la crescita di tutele se non nell'indennizzo? I datori di lavoro con questo sistema riescono prima a prendere gli incentivi per assumere i dipendenti con contratto a tutele crescenti usufruendo di sgravi fiscali, per poi poter lasciare il lavoratore a casa dopo un anno e tenersi in tasca fino a 6000 euro di risorse pubbliche". Lo scopo dello sciopero nazionale è quello di sottolineare a gran voce il dissenso sindacale nei confronti di politiche che secondo Cgil e Uil non porterebbero a una vera ripresa del lavoro, che secondo quanto sottolineato dai delegati parmigiani potrebbe avvenire unicamente con un'estensione dei diritti e con una ripresa della contrattazione collettiva.

Un'intera giornata di sciopero che per gli organizzatori rappresenta non la conclusione di un percorso ma l'inizio di una battaglia per tutelare i lavoratori, come sottolineato anche da Mariolina Tarasconi, Uil. "A Parma il tasso di disoccupazione è passato dal 2% del 2007 all'attuale 8%, tra disoccupati e rassegnati, dati che a livello nazionale si traducono con 6 milioni di inoccupati. Se non si è ancora arrivati a una rivolta sociale è grazie a quanto portato avanti dalle organizzazioni sindacali". Una ripartenza che dovrebbe avvenire, secondo Tarasconi e Marco Miano, Uil, anzitutto dagli investimenti sull'innovazione e la ricerca "invece di limitare i diritti dei lavoratori, riducendo gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione e favorendo uno scontro frontale con i sindacati evitando il dialogo".

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