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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Vaccino italiano Reithera, partita la sperimentazione all’Ospedale di Parma

Sono 380 le richieste, arruolati in 30

In meno di 24 ore si contano ben 380 candidature arrivate all’Unità Operativa di Malattie infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma per partecipare allo studio di fase II del vaccino italiano anti – Covid 19 ReiThera. L’ampia adesione dei cittadini ha consentito di partire già da oggi con le prime somministrazioni delle dosi. In questa fase, saranno 30 i volontari che parteciperanno allo sperimentazione, parametro definito all’interno del protocollo di studio, selezionati tra i primi prenotati in ordine cronologico di arrivo delle richieste. 

Il progetto è promosso da ReiThera, azienda biotecnologica che ha sviluppato il vaccino, coordinato dall’Istituto Spallanzani e condotto all’Ospedale di Parma da Gabriele Missale, infettivologo dell’Unità Operativa Malattie Infettive ed Epatologia. “Non mi aspettavo una risposta simile – sottolinea il Prof. Missale – ci hanno scritto molti giovani spiegando di voler fare la loro parte nella lotta contro il Covid, ma anche speranzosi di potersi immunizzare al virus ed essere più sicuri e liberi di muoversi”.

La partecipazione alla sperimentazione clinica durerà circa 2 anni; ai partecipanti sarà richiesto di presentarsi al centro clinico almeno 7 volte durante questo periodo. Nell’ambito dello studio, verrà valutata la capacità di una dose intramuscolare singola o di una dose suddivisa in due somministrazioni distanziate di 3 settimane, nello stimolare il sistema immunitario. La sperimentazione è divisa in tre “bracci ciechi”: questo significa che i volontari non sanno cosa verrà loro somministrato. A un terzo di loro sarà inoculato il vaccino in due dosi, a un altro terzo il vaccino in un’unica somministrazione (più una dose placebo per la seconda somministrazione) e a un terzo ancora solo il placebo.  

Il vaccino italiano: come funziona

Si basa sull’uso di un adenovirus di gorilla, appositamente modificato per far sì che non si possa replicare una volta iniettato nell’organismo umano. L’adenovirus ha lo scopo di trasportare l’informazione genetica necessaria per far produrre un componente di SARS-CoV-2, definita proteina “Spike”. Si prevede che la produzione di questa proteina nel corpo umano stimoli la generazione di anticorpi che dovrebbero impedire l’infezione da SARS-CoV-2, qualora la persona vaccinata venisse in seguito a contatto con il virus.

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