A noceto, originali creazioni natalizie a favore della lotta alla fibrosi cistica
Anche per il Natale 2016, domenica 11 dicembre, scenderà in campo a Noceto il TEAM infermieristico del Centro di Cura Regionale per la Fibrosi Cistica, per offrire oggetti natalizi creati a mano dalle infermiere Rita e Paola, oltre ai dolci solidali come panettoni, pandori e cioccolata e la nota mascotte LIFC di peluche, Martino, il martin pescatore realizzato dalla Trudi. Esemplare l'impegno che le infermiere mettono in campo dopo il lavoro in ospedale, infatti hanno voluto attivarsi in prima persona organizzando un banchetto solidale allo scopo di raccogliere fondi da devolvere alla Lega Italiana Fibrosi Cistica Emilia per il rafforzamento dei servizi di cura in termini di risorse umane, strumentali e ambientali, al fine di assicurare la migliore assistenza ai malati e alle loro famiglie. In questa iniziativa c'è la voglia di non arrendersi, c'è la speranza del futuro. La figura dell'infermiere in corsia racchiude una serie di competenze non solamente inerenti le capacità tecniche, ma coinvolgono l'ambito psicologico e delle relazioni umane, particolarmente importanti quando si tratta di patologie croniche che coinvolgono pazienti dalla più tenera età. Con il loro rapporto più informale, diretto, confidente e libero, queste infermiere, si trovano a svolgere un ruolo di raccordo tra pazienti e medici per bisogni non espressi o domande di chiarimento non comunicate. Si tratta di una funzione importante per garantire un'assistenza ottimale ai pazienti, una dedizione che non si ferma all'interno dell'ospedale ma genera ammirevoli azioni solidali al di fuori di esso, come quella che prenderà vita a Noceto l'11 dicembre. La Fibrosi Cistica è una grave patologia cronica, ancora oggi senza possibilità di guarigione. In Italia si contano 200 nuovi casi all'anno. L'Associazione Lega Italiana Fibrosi Cistica organizzazione di volontariato che favorisce solidarietà concreta verso le persone affette da fibrosi cistica, affianca questi pazienti nella loro legittima aspirazione a condurre una vita al pari degli altri: una voglia di normalità che deve misurarsi spesso con la fatica associata ai più piccoli gesti quotidiani.