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Allenamenti doppi, dieta e CR7: Bruno ha smaltito il Covid e aspetta la sua chance

Il portoghese in isolamento domiciliare per due settimane (compreso il secondo stop per la positivizzazione) è tornato a disposizione

Dieci giorni, il via libera prima di un nuovo stop e della ripositivizzazione. Sono due settimane senza campo. Quattordici giorni. Tanti ne ha condivisi Bruno Alves con il Covid. Com’era prevedibile, la positività non ha certo abbattuto il portoghese, lo ha solo allontanato da campo e compagni. L’isolamento è finito, ieri dopo un po’ di tempo il capitano è tornato a brandire il suo orgoglio e a mostrare i muscoli al centro sportivo di Collecchio. Solo, lontano dalla squadra, come documenta prontamente sul suo profilo Instagram – in attesa che il gruppo si ritrovasse agli ordini di Fabio Liverani nel pomeriggio -. Ha voluto anticipare i tempi, per mettersi a pari con il resto della truppa, gonfia d’ebbrezza per il punto strappato a San Siro sabato, ma nello stesso tempo svuotata, con una sensazione a metà tra il soddisfatto e il non per aver buttato al vento tre punti, essendosi trovata in vantaggio per 2-0 fino al 62’ a fronte di una prova sofferta, generosa e puntuale per un’ora. Bruno Alves l’ha vista da casa sua, a Parma. Ha approfittato di questo periodo più o meno lungo lontano dai campi per rimettersi in sesto. Nella sua tabella di marcia, personalizzata a seconda delle esigenze di un fisico tutto muscoli e fibre, c’era come sempre un’attenzione particolare alla dieta.

Che seguiva in maniera ossequiosa, affiancando al cibo due sedute di allenamento. Il tutto studiato per una corporatura capace di assorbire bene i carichi, di gestire le energie dosandole e distribuendole nell’arco della giornata. Un allenamento doppio in modalità home made è sicuramente diverso rispetto a quello che si conduce sul campo, ma non certo meno faticoso. E meno probante. Corsa sul tapis roulant, esercizi fisici e molto stretching. La fortuna di non aver accusato nessun sintomo lo ha aiutato sicuramente a progredire al meglio nei lavori, giorno per giorno, a distribuire carichi e ad allenare la mente, visto che il fisico non ne ha certo bisogno. Bruno Alves non è certamente nuovo a queste ‘restrizioni’, avendo vissuto la prima ondata al riparo nella sua dimora parmigiana, immersa nel centro cittadino. I mesi di lockdown, il portoghese li ha trascorsi lontanissimo dalla sua famiglia.

Per preservarla, per non metterla in pericolo. Vive lontano dalla moglie Rute e dai suoi tre figli, cerca di avvicinarsi a loro – per come e quanto può – attraverso la tecnologia. Che riduce le distanze e aumenta il sentimento di lontananza. Un ossimoro dei nostri tempi, al quale non ci si abituerà mai – e guai se fosse il contrario -. Una fase che Bruno Alves ha già sperimentato, visto che la prima ondata l’aveva superata (atleticamente e mentalmente) in maniera superba, presentandosi brillantemente a Collecchio alla ripresa. Per chiudere al meglio il ciclo compresso e denso di partite. Adesso è diverso: il virus lo ha colpito ma non ha attecchito in maniera pungente, il capitano è stato fortunato a superare indenne la malattia, di fatto è come se non l’avesse avuta. Le sue doppie sedute sono filate via lisce, tra una chiamata alla famiglia e i colloqui con l’amico Cristiano Ronaldo, con il quale ha condiviso l’esperienza dell’isolamento domiciliare, imposto dall’infezione. Adesso è pronto per riprendersi il Parma, se anche Liverani lo vorrà: i compagni lo aspettano, lui non vede l’ora.

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