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MERCATO - Leonardi alza la voce: "Paletta costa 35 milioni", Felipe: "Un club storico"

Nella conferenza stampa di presentazione, l'ad attacca: "La permanenza in A vale tanto, se il Milan vuole il calciatore venga qui con i soldi e ne parliamo. Non facciamo sconti. Europa? Non spariamo str..."

“Vogliamo mandare un messaggio ufficiale e definitivo. Il Parma non deve scambiare giocatori e ricevere la differenza in denaro, questo voglio che sia chiaro. Ho letto di Paletta e Biabiany che interessano a questo o a quel club. Ebbene se vogliono i nostri giocatori devono trattare con noi. Per noi la serie A equivale a 35 milioni, bene se ci danno questa cifra si possono prendere Paletta. E il discorso vale anche per Biabiany, che ad oggi è un nostro calciatore e penso che tale rimarrà. Qui c’è di mezzo pure la Samp e il giocatore o rimane da noi o si vende, ma affinché vada ci vogliono dei soldi, e pure tanti”. Leonardi liquida in poche ma significative battute la questione mercato ed è durante la presentazione di Felipe che la questione viene toccata. Chi vuole i calciatori deve pagare. Il Parma è disposto a trattare ma senza fare sconti a nessuno. E già che è lì Leonardi non le manda certo a dire a Silvestre, sul quale c’è una visione distorta della cosa. “Non lo abbiamo voluto noi – spiega l’a.d. – sia chiaro, noi non eravamo disposti ad accontentarlo economicamente e perciò non è venuto da noi. Siamo noi che non lo abbiamo voluto”. Punto, questione chiusa e con l’Inter arrivederci al più presto. “Non arriverà nessuno dall’Inter al suo posto, nessun centrocampista o attaccante”. Premesso che da qui alla chiusura delle trattative c’è ancora un mese e qualcosa, Leonardi ci tiene a ribadire un concetto.

FELIPE DA... OSTUNI - Il Parma non svende. E compra intanto, in attesa di sfoltire una rosa di 34 giocatori a cui si è aggregato da poco anche il difensore brasiliano Felipe,  che Leonardi conosce abbastanza bene avendolo avuto a Udine. In conferenza non nasconde la stima che prova per lui, con tutto il rischio di farlo arrossire. “Sa quello che penso, è stato il migliore difensore che ho acquistato a Udine e non è inferiore nessuno dei grandi giocatori che militano in club importanti. Le sue qualità sono indiscusse, quando lo abbiamo acquistato gli avevamo pronosticato una carriera esemplare, aveva tutto per fare il salto di qualità e questo lo abbiamo visto nel momento in cui a Udine ce lo sono venuti a chiedere club importanti. Abbiamo parlato con squadre di un certo livello  che hanno saputo riconoscere il suo valore, solo che dopo ha avuto la sfortuna di andare in un posto che per tanti è ottimo, la Fiorentina, magari in un momento sbagliato. E questo lo ha frenato. Abbiamo voluto acquistarlo per le sue doti, indiscusse, è un giocatore che sa impostare l’azione e può giocare da difensore sinistro o centrale in una difesa a tre, oppure a centro-sinistra in una difesa a quattro. Fa partire l’azione perché ha i piedi buoni, non mi può deludere e so che non mi tradirà”. Una pacca sulla spalla e via alla sua avventura in crociato, ricordando le cose buone che ha fatto a Udine e quelle meno buone che ha mostrato nel corso della sua carriera, complici guai fisici e periodi no che, come ammette lo stesso felipe, “sono serviti a migliorarmi sia come uomo che come calciatore. Sono in un club con tanta storia, basta guardare le stampe che ci sono affisse ai muri per cercare di capire chi ho di fronte e dove mi trovo. Vedo anche un signore semi-pelato, quello è Sensini, con cui ho avuto modo di giocare, sia come compagno che come allenatore anche se per poco e devo dire che mi ha insegnato un sacco di cose. Beh, è stato migliore come giocatore, non ci sono dubbi (ride ndr) anche se come mister l’ho avuto poco. Non ho avuto un attimo di esitazione, direi che mi sento bene perché lo scorso anno ho giocato quasi tutte le partite. Da fuori dico che il Parma è una buona squadra, c’è un bel gruppo, unito e serio che lavora bene e che a difensori sta messo benissimo. Ha una signora difesa e giocare al fianco di Paletta beh, è un motivo di orgoglio. Dobbiamo cercare di lavorare, sperando che possa inserirmi subito nei dettami tecnici di una squadra buona. Voglio capire subito cosa mi dice l’allenatore e poi cercare di mettermi a disposizione”. Ha piedi vellutati Felipe che ancora non ha scelto in numero di maglia, il 16, quello abituale consigliatogli dalla nonna è occupato, si è preso un po’ di tempo per pensarci. Perché anche in campo è un tipo che pensa. Fa il difensore di mestiere ma ha piedi da centrocampista. “Mi piace iniziare l’azione e spesso mi prendo anche qualche rischio. La priorità è difendere, poi se ci sono anche i piedi buoni ce li teniamo”. In ciabatte, pronto a prendere parte alla giornata di corsa e sgambate, si congeda con una stretta di mano e lascia la sala stampa. “E’ arrivato a fari spenti – dice Leonardi – speriamo li possa accendere strada facendo”. 

NOI STIAMO BENE - Come starebbe cercando di fare il centro sportivo di Collecchio, vera e propria base organizzativa di un Parma che ha voglia di stupire anche in questo senso. "Tutti che dicono che affrontare qui un ritiro sia un rischio - dice Leonardi -. Ma dico no, se noi ci stiamo bene perché voi vi lamentate? I giocatori sono contenti, lo staff è contento noi siamo contenti, i tifosi hanno la possibilità di guardare da vicino i loro campioni". E fa capire che con questa scelta, condivisa con tutto lo staff societario, si ha l'obbligo di attirare a sè "gli appassionati del calcio. Cassano lo abbiamo preso perché è un campione, vogliamo fare bene, partendo dallo scorso campionato per non ripetere gli stessi errori e cercare di migliorare. Poi dove arriveremo non lo so. Se non sbagliamo nulla facciamo 40 punti subito e poi vediamo. Fare proclami non serve, e dire Europa equivale a dire una str... perché ci sono squadre che fanno degli investimenti e che si rinforzano". 

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