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Parma, manca il salto di qualità: tanti punti interrogativi

Idee zero, come i tiri in porta contro la Maceratese. E preoccupa questa mancanza più che il gioco

Cinque risultati utili consecutivi, quattro vittorie e un pareggio, 25 punti in classifica, meno uno dalla vetta occupata dalla coppia Bassano-Venezia. Quella vetta che il Parma avrebbe potuto raggiungere in un sabato sera tutt’altro che allegro. Perché con la Maceratese l’occasione era ghiotta, parliamoci chiaro, ma è stata clamorosamente sciupata dai ragazzi di Apolloni che non sono andati oltre uno 0-0 imbarazzante, non tanto per il punteggio, quanto per come è maturato. Per fortuna che Canini era in vena di straordinari, altrimenti Petrilli, che ha dato filo da torcere prima a Mazzocchi, legandolo nei suoi 40 metri e facendolo preoccupare ogni volta che metteva il naso oltre la linea di metà campo, poi a Nocciolini e dopo ancora, con una grande forza a Baraye (manco fosse chissà chi), aveva realizzato il suo sogno.

Fare un gol al Parma, che inspiegabilmente ha lasciato il campo agli avversari e si è lasciato, a sua volta, attanagliare dalla paura di vincere e fare, per una settimana almeno, la lepre. Adesso, dopo il pari incolore e scialbo all’Helvia Recina, si trova ancora a rincorrere, ma non è tanto questo quello che preoccupa i tifosi e l’ambiente, proprietà compresa, quanto la difficoltà di creare qualcosa di interessante che possa impensierire le squadre avversarie, anche quelle che come la Maceratese si trovano meglio a difendersi in dieci dietro la linea della palla. Detto che la squadra di Giunti, che alla fine si è anche complimentato con Gigi stringendogli la mano e ricordandogli che la gente a Parma ha il palato fine, ha fatto una partita buonissima soprattutto per ordine tattico e idee. Pressing nella prima mezzora, poi pallino del gioco lasciato agli ospiti e contrattacchi organizzati. Velocità nel palleggio e organizzazione, risultato: Parma imbrigliato sulle esterni e attaccanti facilmente controllati anche perché la difesa a cinque si trovava sempre in vantaggio sui due bomber crociati che non avevano l’accompagnamento delle mezz’ali, lenti nei movimenti, negli inserimenti e nei ripiegamenti. In tutto, insomma, tanto che Giorgino, perno davanti alla difesa crociata, spesso si trovava a combattere da solo contro la mediana avversaria. Preso d’infilata da Malaccari, non gli hanno dato scampo, né il tempo di sfoderare la sciabola e combattere come fa normalmente.

Per cercare di arginare una Maceratese partita a mille e che a un certo punto sembrava tutto fuorché diciassettesima in classifica. Probabilmente qualcuno avrà pensato che il ritmo infernale con cui avevano cominciato i padroni di casa non fosse sostenibile, ma nessuno aveva calcolato, o previsto uno dei Parma più brutti della stagione, nel primo e nel secondo tempo, che non ha mai tirato verso la porta né impensierito il portiere avversario. Vero, un gol lo aveva fatto, una deviazione aerea su punizione di Corapi, da parte di un difensore della Maceratese, ma l’arbitro ha annullato. Per il resto giro palla lento, prevedibile e scontato. Idee che restano nel pullman e gioco, va beh, neanche a parlarne. Eppure saremmo alla tredicesima... . Ma non si parla degli assenti, quindi, lasciamo perdere il gioco. Fino a qui sostituito dai risultati. Con la possibilità di ingranare la quinta (vittoria consecutiva) e piazzare il sorpasso, il Parma usa il freno e resta secondo.

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