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Parma, D'Aversa non si tocca ma la società è preoccupata

Dopo la sconfitta contro il Brescia tra i tifosi serpeggia malumore e rabbia ma il tecnico non è il solo colpevole. Anche i giocatori, sotto tono e senza mordente, finiscono sul banco degli imputati

Che la vittoria contro il Novara, seppur netta e rotonda, non sarebbe bastata a risolvere i problemi era cosa risaputa. Una volta aver masticato la gioia del 3-0 rifilato agli uomini di Corini si è tornati alla solita routine. L'alone di residua inadeguatezza che da sempre aleggia sul Parma e sul suo tecnico non è stato eliminato e persiste deciso, emerge in ogni gara e in quasi tutte le situazioni. E' emerso anche a Brescia, dove il 2-1 che è valso l'ottava sconfitta al Parma ha scosso gli animi già inquieti dei tifosi che hanno vomitato sui social il loro malessere, cercando di far giungere all'orecchio del tecnico tutto il malcontento celato, ma neanche troppo, fino a qui. Roberto D'Aversa non sta vivendo certo un momento felice, ma queste batoste - si spera - lo faranno crescere. Cerchiamo almeno di andare avanti con questa convinzione che - se volete - è un po' anche quella della società dato che lo ha rassicurato in queste ore così pesanti che passano più lentamente del solito. Dicono sia il tempo dell'anima, quel tempo scandito dalle lancette che si avvertono forti a ogni movimento. Soprattutto in un momento così difficile e particolare della stagione

Avanti con D'Aversa

Manca un mese a marzo, periodo nel quale la maggior parte dei campionati si decide. E c'è una discreta preoccupazione anche tra i vertici societari. Il presidente Lizhang è lontano ma segue con attenzione - ci mancherebbe che non lo facesse - il suo nuovo mondo e di certo non può essere soddisfatto. Che ci fossero squadre più attrezzate del Parma per concorrere fino alla fine al raggiungimento dell'obiettivo era scritto, palesemente noto a tutti, anche a lui che  ha delegato gli italiani per la gestione del ramo sportivo. Ovviamente il tutto avviene sotto la sua supervisione e ogni decisione passa da Shanghai. Anche quella di continuare con Roberto D'Aversa evidentemente. La società ha investito sul tecnico e vorrebbe andare avanti con lui, c'è un progetto nel quale i soci italiani credono e prima di stravolgerlo vogliono provarci fino a quando si può, con la consapevolezza che spingersi più in là potrebbe portare via tempo a una squadra che adesso, malgrado tutto, si trova sesta in classifica, con 36 punti come la Cremonese, a due punti dalla quarta e a sette dalla coppia Palermo-Empoli che occupano terza e seconda posizione a 43 punti. I 20 gol subiti dicono che la difesa del Parma sia la più efficace, ma l'attacco fa una fatica incredibile e il calendario è impietoso. 

Scontri diretti contro

Tutti gli scontri diretti - salvo quello con il Palermo e la prima partita con la Cremonese - sono stati indigesti per una squadra che appena va sotto e deve recuperare puntualmente si scioglie e non si ritrova più. Contro le squadre ritenute concorrenti dirette per la vittoria del campionato (Perugia, Empoli, Pescara, Frosinone, Carpi, Cremonese al ritorno) il Parma non ha mai saputo vincere, anzi: da queste gare ha portato a casa sempre zero punti, certificando la poca consistenza e i tanti problemi. Anche a Brescia è successo quello che non doveva succedere, nonostante il pari momentaneo di Ceravolo, i ragazzi di D'Aversa hanno accusato un attimo di sbandamento che li ha portati a subire il secondo gol - e che gol - di Torregrossa. E paradossalmente, nei momenti in cui i crociati avevano in controllo la partita, hanno subito prima un pugno e poi un altro che ha messo al tappeto Lucarelli e compagni.

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