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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Parma senza certezze: a Iachini servirebbe davvero la bacchetta magica

La squadra fatica a trovare continuità nei risultati. E non è ancora figlia - dopo 10 partite - dell'allenatore

A Brescia, quando allenava le rondinelle, i giornalisti gliel'avevano recapitata in conferenza stampa. Ma non fu per quella bacchetta magica che Iachini conquistò la promozione a fine campionato. Tutti sperano che l'esito - a fine corsa - sia come la coda di stagione di Brescia, ma ci vorrebbe davvero una magia. Per ora, la scintilla di cui parla l'allenatore del Parma da tempo non è diventata fiamma. E’ rimasta tale anche allo Zini, dove la squadra di Iachini si è riscoperta impotente. Serve tempo a Beppe per trasformare in fuoco il suo ardore che si vede in panchina, si nota dai gesti e dall’esagitazione. Ma è un fuoco che non scalda. E ci sarebbero gli estremi per dire che questo è un problema.

La cosa più preoccupante è che dopo 84 giorni e dieci partite, con in mezzo la pausa lunga che sarebbe dovuta servire alla conoscenza dei componenti della squadra, Beppe non è riuscito a dare un’impronta concreta a un gruppo che viaggia con una media lontana dalle zone di vertice. Il nuovo obiettivo del Parma è quello di entrare nei play-off, ultimo tentativo di raddrizzare una stagione nata abbastanza male tra decisioni che non hanno pagato e scelte sbagliate. L’arrivo di un allenatore navigato come Iachini, solitamente garanzia di successo, non ha pagato fino a qui. Il Parma non è ancora una squadra, è lontano nove punti dall’ottavo posto, ultima piazza utile per l’ingresso ai play-off. Il vantaggio dalla Spal, sedicesima e a oggi costretta ai play-out, è di cinque lunghezze.

Quando è arrivato Iachini era di tre. Adesso c’è meno rischio di cadere nel baratro, ma si avverte ugualmente la sensazione di incompiutezza che - comunque la si metta giù - non riesce a esaltarsi. E soprattutto non vince le partite. Neanche quando colleziona un possesso palla superiore agli avversari (ieri a Cremona ha fatto registrare il 66,7%), né quando ha una percentuale di passaggi riusciti dell’86,2%, grazie ai quali ha accumulato un vantaggio territoriale del 51% rispetto agli avversari. Niente, ed è meglio per certi versi non guardare il numero di tiri: sarebbe un aggravante, visto che il Parma ha calciato verso Carnesecchi 15 volte, 5 nello specchio contro i 3 della Cremonese, trovando un solo gol.

Vuol dire che il problema in attacco, nonostante la scorpacciata contro il Pordenone, resta ed è evidente. La sconfitta contro la Cremonese lo ha ribadito: le 178 verticalizzazioni hanno prodotto un gol, per una volta i numeri davanti sono cresciuti. Iachini, che ha visto i suoi collezionare 20 giocate utili nell’area avversaria, non può essere certo soddisfatto di queste cifre, anche perché non ha ancora trovato la chiave per scardinare le difese e mettere in cassaforte punti vitali per una squadra che soffre nel creare gioco e disegnare trame lineari.

Senza le quali, da che mondo è mondo, non si trova la continuità nei risultati. L’unico ingrediente che consentirebbe al Parma di tirarsi fuori dall’imbarazzo, figlio di un equivoco che - dopo 7 mesi - non ha trovato ancora una spiegazione logica.

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