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"Baby gang a Parma, la Regione potrebbe fare di più"

Rainieri, vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna annuncia una nuova interrogazione alla Giunta regionale sull’escalation di episodi criminali

“Anche la Regione può e deve fare di più per contrastare le baby gang a Parma. L’argomento andrebbe finalmente affrontato negli Osservatori regionali per la le legalità e il contrasto alla criminalità organizzata e per l’infanzia e l’adolescenza e si dovrebbero estendere a tutte le realtà dove il fenomeno sta dilagando le iniziative che si stanno prendendo a scopo di prevenzione in altri capoluoghi di provincia”. È quanto ha dichiarato il Vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, annunciando una nuova interrogazione alla Giunta regionale sull’escalation di episodi criminali con protagonisti gruppi di giovani che si sta verificando in alcuni dei maggiori centri urbani dell’Emilia-Romagna.

“A Parma paghiamo il disinteresse per il fenomeno dell’amministrazione comunale di Pizzarotti, allergica ad affrontare seriamente qualsiasi problema di sicurezza urbana – ha proseguito il consigliere regionale leghista – Ma c’è stata una palese e colpevole sottovalutazione del fenomeno anche da parte delle amministrazioni regionali guidate da Bonaccini. È infatti dal 2017 che come Gruppo Lega in Assemblea regionale continuiamo a segnalare che il fenomeno è in vertiginoso aumento ma ci è sempre stato risposto che le ricerche sul campo hanno ridimensionato la preoccupazione sulle bande giovanili di strada. Invece, soprattutto negli episodi delinquenziali accaduti nelle ultime settimane si notano le caratteristiche delle bande criminali giovanili presenti in Nord America e in altri paesi d’Europa, ossia la territorialità e la propensione di tutto il gruppo alla criminalità. Bisogna partire dal presupposto che questo fenomeno non riguarda solo l’ordine pubblico e quindi esclusivamente  le forze dell’ordine statali. In altre città emiliane, come Piacenza, Ferrara e Modena lo hanno capito e si sono attivate con iniziative sostenute da fondi regionali particolari come quella degli street tutor o che coinvolgono direttamente i servizi sociali e la polizia locale. Perché non si può fare lo stesso anche a Parma? – ha concluso Rainieri – Basterebbe che la Regione ci credesse di più e mettesse a disposizione più fondi per quella che, dopo tanti allarmi dati da noi leghisti giustamente, è diventata un’emergenza”.

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