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Il caso di Giovanni: "Sei mesi per un'eco, alla fine ho rinunciato"

La testimonianza: “Guadagno 1.400 euro al mese, ma non ho avuto altra scelta che pagarmi una visita privata per risolvere il problema”

“Mi spiace, ma il primo posto utile per questo esame non può essere prima di luglio. La farmacista mi guarda con aria sconsolata, allarga le braccia e abbozza un mezzo sorriso. Poi aggiunge: L’unica possibilità per accelerare i tempi è solo una: che qualcuno disdica”. Nessuna possibilità, col sistema pubblico, di trovare un posto prima dell’estate insomma, per quelle due eco alla spalla e alla schiena che avrebbero potuto inquadrare il problema e risolverlo con la cura e le tempistiche giuste. E dire che tutta la procedura era stata fatta nel modo più veloce. La richiesta di Giovanni era arrivata 24 ore dopo aver capito che la situazione era ormai arrivata al punto di non ritorno: “Non riuscivo più ad alzare il braccio, la spalla mi faceva male al punto che si bloccava, e per il lavoro che faccio era ed è fondamentale che si ristabilisca. Un po’ come i dolori alla zona lombare, micidiali e debilitanti da un mese”. Così Giovanni a febbraio chiama il suo medico curante, si fa prescrivere l’impegnativa e dopo averla ritirata vola in farmacia per le prenotazioni. “Lì arriva la doccia gelata: quasi sei mesi per la visita che avrebbe potuto darmi certezze sulla cura. A meno che qualcuno non avesse disdetto prima. Nel frattempo, mi chiedo, cosa faccio? Vado avanti a colpi di dolori e antiinfiammatori? A un certo punto manco quelli hanno fanno più effetto, mi tengo il dolore e spesso sono costretto a stare a casa perché proprio non riesco a lavorare”. La storia di Giovanni è la storia di tanti altri parmigiani che devono fare i conti con tempi d’attesa a volte lunghi nella sanità locale. “Alla fine il punto è sempre lo stesso: se hai la possibilità economica, paghi una struttura privata e il problema lo risolvi, ma se non hai i soldi ti tieni dolori e acciacchi sperando di avere fortuna la prossima volta”. Giovanni ha rinunciato alla visita in una struttura pubblica: “Guadagno 1.400 euro al mese, ma non ho avuto altra scelta che pagarmi una visita privata per risolvere il problema”.

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