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Il comitato vittime Covid: "L'Ausl di Parma ha perso dentro il cassetto ben 154 morti"

"Ciò che più preoccupa è il basso numero di tamponi che vengono effettuati in Regione rispetto ai proclami fatti da Raffaele Donini"

"I Comitati dei Familiari delle Vittime Covid ed il Codacons Emilia Romagna -  si legge in una nota - continuano ad essere preoccupati per l’attuale gestione della tutela sanitaria in tema di covid 19. La scorsa settimana si è saputo che il sistema sanitario a Parma aveva perso dentro qualche cassetto non uno ma ben 154 morti per covid in quanto “a seguito di una verifica interna dei dati sui decessi, la Ausl di Parma ha comunicato 154 decessi avvenuti in marzo, aprile e maggio e finora non conteggiati.”

Si tratta di dati che risalgono ai mesi di marzo, aprile e maggio sulla base dei quali gli organi competenti basavano le loro decisioni in tema di tutela sanitaria e di studio delle curve epidemiologiche e soprattutto dell’efficacia delle cure sperimentali adottate sino ad oggi. Questo fatto implementa ancor di più di dubbi sulla effettiva volontà di trasparenza della Regione Emilia Romagna circa la gestione del fenomeno Covid 19.

Ma ciò che più preoccupa è il basso numero di tamponi che vengono effettuati in Regione rispetto ai proclami fatti da Raffaele Donini quando affermava in data 27 maggio 2020 facendo eco a quanto affermato in data 9 maggio 2020 da Sergio Venturi, quindi oltre due mesi fa, con orgoglio che la Regione Emilia Romagna era in grado di poter effettuare sino a 10.000 tamponi al giorno a cui andavano sommati altri 5.000 test sierologici. In realtà se si va a vedere il numero di tamponi effettuati questi variano dai 5.000 al massimo ai 7.000 unità e a poche migliaia di test sierologici e così dei 15.000 controlli non c’è traccia non arrivando mai il numero di verifiche nemmeno al numero complessivo di n.10.000 analisi. Tanto per fare degli esempi basti guardare i numero di analisi del 9 agosto pari a n. 5.413 tamponi, e n. 1.241 test sierologici , il 10 agosto pari a n. 4.156 tamponi e n. 1.050 i test sierologici, del 15 agosto pari a n. 6.089, a cui si aggiungono anche 1.146 test sierologici, e quelli effettuati il 16 agosto pari a 3800 tamponi e mille test sierologici.

Raffaele Donini però bisogna dirlo ha affermato che i temponi ed i test andavano fatti solo all’occorrenza ma non comprendiamo a questo punto cosa intenda Donini con all’occorrenza visto e considerato che l’Emilia Romagna ormai ha superato in termini di contagi da tempo il veneto ed equiparato in alcune giornate la Lombardia e questo nonostante un numero così basso di tamponi e test sierologici. I comitati ed il Codacons che non ci volesse un grande lampo di genio per comprendere in termini di prevenzione ed isolamento dei contagiati anche asintomatici che già a partire dal mese di luglio ed a maggior ragione ad agosto era opportuno fare una campagna di monitoraggio con tamponi e test davanti a tutte le discoteche e in tutte e località rivierasche in convenzione con i titolari dei locali e degli hotel e degli stabilimenti balneari per favorire l’esame volontario con l’ausilio di strutture mobili di prelievo tamponi e test degli utenti di dette strutture (cosa che avrebbe non intimorito i turisti ma certamente rassicurato) dove il numero di tamponi in questo caso effettuabili sarebbero stati non 15.00 al giorno ma anche il doppio. Altrettanto ci si domanda come la Regione non abbia ancora inteso assumere misure di contrasto rispetto ai turisti provenienti dalla Francia o da altri Paesi in cui il tassi di contagio sono a dir poco tripli rispetto a quelli
italiani.

Il timore e che il basso numero di controlli sia motivato dalla necessità di avere dei numeri di casi positivi contenuti per evitare misure di chiusura delle attività produttive ma se così fosse si tradirebbe il dettato costituzionale che pone il diritto alla salute come primo diritto anteposto anche al diritto al lavoro tant’è che il Legislatore non a caso ha sviluppato la normativa in materia di sicurezza sul posto di lavoro negando inassenza di detta sicurezza la possibilità di svolgere attività produttive.

Detto ciò non resta che sollecitare Raffaele Donini, assessore alle politiche per la salute di tramutare immediatamente i proclami in fatti avvertendolo che il covid 19 non va in ferie in agosto né tanto meno durante i week and e che anzi è proprio in questi periodi quando invece il numero di tamponi già insufficiente diminuisce drasticamente fino ad arrivare a poco più di 3.000 unità rispetto alle 10.000 promesse dall’assessore, è quanto mai attivo stante le mille occasioni di raggruppamento sociale che indetti periodi si verificano. In difetto è bene che l’assessore che il commissario facciano un passo indietro per lasciare posto a chi ai proclami preferisce i fatti".

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