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Modificati i Decreti Sicurezza, Ciac: “Soddisfazione, ma resta ancora molto da fare”

Con il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri viene ripristinata l'accoglienza diffusa come sistema unico di accoglienza e integrazione sociale dei richiedenti asilo e dei rifugiati

“Siamo soddisfatti della riforma dei Decreti Sicurezza, un primo e fondamentale passo verso il ripristino di uno stato di diritti e garanzie. Questo intervento arriva dopo due anni di lotta portata avanti con costanza e determinazione, insieme ai cittadini stranieri. Un contrasto che non è stato solo a livello politico ma direttamente con le pratiche che ci hanno permesso di contrastare la marginalità, la ricattabilità sociale creata ad hoc dai Decreti Salvini”.

Il Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale di Parma, commenta con queste parole l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un nuovo decreto con cui viene ripristinata l'accoglienza diffusa come sistema unico di accoglienza e integrazione sociale dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia. “L’accoglienza integrata e diffusa nella nostra provincia come altrove – spiegano dall’associazione -  non si è mai fermata e anzi è stata portata avanti con ancora maggiore forza, per dimostrare, nonostante l’opinione di molti, che era ancora possibile considerare i cittadini migranti come persone alle quali restituire dignità e che la difesa del sistema pubblico di accoglienza non era fine a se stessa ma era decisiva per garantire i diritti di tutti. Se mai fosse servito a dimostrarlo, si è rivelata efficace anche durante l'emergenza sanitaria: quando sono tutelati i diritti è tutta la comunità a essere più tutelata".

A partire dal settembre 2018, data dell’entrata in vigore del primo decreto firmato dall’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, l’associazione ha fatto sentire la propria voce contraria con interventi, manifestazioni e incontri a livello locale, regionale e nazionale. “Abbiamo capito subito – dice Michele Rossi, direttore di Ciac – che si mirava a smantellare il sistema di accoglienza pubblico costruito in Italia e che proprio a Ciac aveva visto la luce. L’obiettivo di quel provvedimento ci è sembrato subito chiaro: creare caos sociale, favorendo le grandi strutture, bloccando di fatto l’integrazione delle persone accolte, creando veri e propri parcheggi in cui i migranti non avevano alcuna possibilità di inserimento nella società”.

Alla protesta si sono affiancati anche gesti concreti per continuare a garantire i diritti delle persone e difendere il sistema pubblico, come unico. “Abbiamo fatto di tutto per riuscire a bloccare i decreti – continua Rossi – Una volta entrati in vigore, diversamente da altri, ci siamo opposti in tutti i modi, arrivando anche a rifiutarci di lasciare fuori dai nostri progetti le persone come ci veniva richiesto e creando, senza l’aiuto di nessuno, strutture in cui ospitare chi si trovava senza più accoglienza”.

Le battaglie del Ciac, che da oltre vent’anni si occupa del diritto di asilo, comunque continuano. “La nuova normativa – conclude Rossi – deve essere solo un primo passo nella direzione giusta. Resta ancora molto da fare in particolare come cambio di mentalità. Oggi, comunque, possiamo dirci soddisfatti per aver avuto un ruolo attivo e concreto nello spingere il governo a fare questo cambiamento, in cui molti non credevano. Da domani torneremo a fare il nostro lavoro con ancora più passione e forza” 

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